Le piscine invasero i centri benessere e il caffè colò dalle gambe dei tavoli.
I fiumi scorsero all’indietro verso i loro affluenti e risalirono lungo i torrenti
verso quelli che una volta erano rigagnoli nel muschio.
I pony si inerpicarono su terreni elevati e si ammucchiarono con i turisti.
Bragozzi, chiatte, kayak, canoe, golette, tavole, dinghi,
salvagente e ombrelloni rovesciati,
istruttori di nuoto e materassini gonfiabili,
paperelle di gomma e pietre pomici galleggiarono in Borsa.
da ESCAPED ALONE di Caryl Churchill
nota
Siamo consapevoli che la nostra lingua, nel suo declinarsi prevalentemente al maschile, non riesce a tenere conto della brulicante varietà di forme e generi nell’essere umano. Per questo nostro racconto abbiamo deciso di non moltiplicare né annullare le desinenze, ma di utilizzare come punto di riferimento un ipotetico ‘spettatore’ sempre declinato al maschile. Ogni volta che incontrerete questa parola vi invitiamo a ricordare, così come cerchiamo di fare noi, che in questo lemma, appena oltre la soglia della forma e alle origini del suo significato di testimone, immaginiamo tutti gli occhi del mondo.
preambolo
OGNI VOLTA UNICA LA FINE LA FINE DEL MONDO è il frutto di una postura e di un discorso condiviso che mette assieme ecosistemi teatrali diversi e una molteplicità di habitat; funzionale e sostenibile innanzi tutto in virtù della diversità di cui si compone, lasciando alle singolarità abitare la magnificenza del sottobosco. Marta Cuscunà è autrice e performer di teatro visuale, nella sua ricerca unisce l'attivismo alla drammaturgia per figure e creature animatroniche. Marco D’Agostin è coreografo, il suo lavoro interroga il ruolo e il funzionamento della memoria, mettendo al centro la relazione tra performer e spettatore. lacasadargilla è un ensemble teatrale di origini spurie e nomadiche, indaga i rapporti tra linguaggio, tempo, memoria ed estinzioni, biologiche e sociali. Cosa significa per noi ‘sostenibilità’? Quali temi, pensieri, pratiche artistiche chiama in campo questa parola? Sostenibilità ambientale, economica, ma anche sostenibilità delle relazioni, delle pratiche urbane, del nostro sguardo e della ricerca artistica. “Soddisfare le necessità della generazione presente senza compromettere i bisogni di quelle future” così recita l’Enciclopedia Treccani, noi ci siamo presi la libertà di declinare la parola ‘sostenibilità’ nel senso più ampio del termine, scoprendo connessioni e analogie, stirandola fino ai confini del suo significato.
Il ciclo di eventi di OGNI VOLTA UNICA LA FINE DEL MONDO è dunque un esercizio collettivo per tornare a percepire il mondo assegnando all’oggetto performativo, inteso nella sua più ampia biodiversità, il ruolo di orizzonte ideale. Per invitare lo spettatore a rivolgere la propria attenzione a parole, pensieri, immagini e corpi che s’interrogano sul legame tra il mondo e la fine, il mondo e lo sguardo, il mondo e le sue alleanze.
prologo
Introduce OGNI VOLTA UNICA LA FINE DEL MONDO un doppio prologo che accosta la vita degli alberi a quella delle nostre città. S’inizia con LA POESIA DEGLI ALBERI, un’antologia di testi curata da Mino Petazzini ed edita da Luca Sossella. Sarà Massimo Popolizio a restituircene una selezione in un percorso tra testi antichi e moderni ispirati da “alberi, arbusti e qualche rampicante”: dall’epopea di Gilgamesh, al sacrificio della sequoia di Walt Whitman, fino ai dettagli arborei delle poesie di Pascoli. La poetessa Laura Pugno estenderà la riflessione aperta dall’antologia assieme a Mino Petazzini. Al destino delle nostre città è invece dedicato l’incontro LA SOSTENIBILITÀ DELLE CITTÀ DOPO LA PANDEMIA con Sandro Balducci, Stefano Boeri, Maria Chiara Pastore e Cino Zucchi architetti ed urbanisti del Politecnico di Milano. Si discuterà della possibilità, o meno, che l’intervallo - per usare un termine di J.C. Ballard - aperto dalla pandemia, possa trasformarsi in uno squarcio su una città più lenta e ‘sostenibile’.
incipit
Abbiamo immaginato di cominciare con la lettura di ESCAPED ALONE di Caryl Churchill, testo non ancora rappresentato in Italia, singolare racconto intorno all’inquietudine profonda che il nostro mondo produce in ogni istante della vita, anche il più irrisorio. Così che le formidabili parole della più grande drammaturga inglese – che non a caso sceglie quattro donne ultrasettantenni per consegnare questa favola nera a metà tra il presagio e l’anatema allo spettatore – dessero il calcio d’avvio alla nostra curatela. E per farlo abbiamo scelto d’essere insieme in scena, accanto alla presenza di Milena Vukotic. Per orientare lo spettatore, abbiamo poi scelto tre prospettive da cui la parola sostenibilità potesse essere guardata, tre ‘case concettuali’ – non intese come sistema cronologico di un programma, ma orizzonte riflessivo – attorno alle quali si è articolato OGNI VOLTA UNICA LA FINE DEL MONDO.
prospettive
- SOSTENERE LO SGUARDO propone un allenamento collettivo allo sguardo, inteso come mezzo ecologico per praticare la conoscenza, l’amore e la salvaguardia del mondo. Ci domandiamo assieme - spettatori e artisti - come ‘sostenere’ il nostro pianeta guardandolo con altri occhi; come posare l’attenzione su fatti, oggetti ed esseri viventi in modo da misurare la nostra relazione con il mondo da punti di vista estranei e selvatici. Immaginiamo qui il mondo come un’orchestra che continuamente tenta d’accordarsi, un coro quieto che si dispiega dietro lo scintillare dei dialoghi. Lo sguardo che intendiamo praticare - inteso come gesto ampio, nella vastità delle sue funzioni e qualità - è intuitivo, sempre teso verso l’altro, carico di inquietudini e di affezioni. Nel farlo, mettiamo alla prova un’ipotesi: per rendere il passaggio dell’uomo sul pianeta ancora possibile, non dovremmo ripensare daccapo il nostro modo di poggiare gli occhi sulle cose?
- ALLEANZE MULTISPECIE sperimenta forme collettive di messa in discussione del nostro posizionamento nel mondo tenendo come punto di riferimento i “mondeggiamenti” di Donna Haraway in Staying with the Trouble, sistemi modello utili a pensare e agire in maniera multispecie. Le intuizioni che prendono forma mentre agiamo in simbiosi con altre specie possono conservare una qualità ibrida in grado di ricomporre la frattura tra Natura e Cultura che ha caratterizzato l’Antropocene? O sono piuttosto l’altro, l’alieno, la forma vegetale o animale che ci guardano, a occupare e rendere porosa e sostenibile o insostenibile la nostra esistenza? La storia dell’evoluzione, così come tutte le altre, è fatta in fondo da assemblaggi di specie: per questo scegliamo di scoprire le radici delle contraddizioni in cui operiamo alla maniera dei Kokedama, la coltivazione ecosostenibile che libera le radici delle piante e lascia visibile il fango in cui crescono.
- ENDLING E ALTRE COSE PERDUTE esplora i temi della ‘fine’, intesa in senso ampio come estinzione delle specie, delle società, ma anche della memoria, del tempo e delle relazioni. L’estinzione non è solo l’estinzione classica delle specie, di tutti quegli organismi complessi e delicati che formano il nostro pianeta, ma è anche nelle ‘strade interrotte’ delle nostre vite, delle relazioni mancate, delle alleanze, del passato cui apparteniamo e del futuro che possiamo solo intravedere. E la Terra è il nostro campo d’azione, il solo prezioso terreno concreto della vita per come la conosciamo, il primo campo d’indagine sui sistemi complessi che reggono relazioni, immaginazioni, antropologie ed ecosistemi che resistono – sfiorando la rovina – alle mutazioni geologiche, biologiche e umane.
itinerari
Pensando alle mappe e ai giochi enigmistici abbiamo immaginato la curatela – semanticamente – come una passeggiata tra le rovine, una guida turistica nel museo delle cose perdute, una costruzione ludica e una pratica civile, il farsi di piccoli raduni attorno a un gesto, di discorsi dentro azioni piccolissime, un alternarsi di passaggi, feste e soste.
- SOSTENERE LO SGUARDO, prima prospettiva
LO SGUARDO SELVAGGIO è il luogo d’incontro tra l’artista/performer con disabilità Chiara Bersani e la poetessa Laura Pugno, che si interrogano, alternando i propri pensieri alle parole di autrici e autori che hanno segnato le loro vite, sul potere che lo sguardo esercita nel poggiarsi sui corpi degli altri e sulla responsabilità che ne deriva.
AMO I MIEI CAPELLI! è un workshop di lettura e teatro di figura per bambini e bambine ribelli; basato sulla lettura dell’omonimo libro di Natasha Tarpley e di altri libri illustrati per l’infanzia che hanno per protagonisti bambine e bambini razzializzati, le formatrici di Razzismo Brutta Storia guidano il piccolo pubblico alla costruzione di pupazzi con i quali lavorare all’educazione contro gli stereotipi e all’empowerment di tutte e tutti.
Nella serata dedicata al libro FUTURE il pubblico, insieme a Igiaba Scego e Adama Sanneh, in collaborazione con effequ, incontra le storie di 11 autrici afroitaliane che parlano di futuro, generazioni e radici: un racconto intergenerazionale di un'italianità vista dagli occhi di quelle che oggi sono tra le principali voci del femminismo nero del nostro Paese.
Lo sguardo dello spettatore è invece chiamato a posarsi dall’alto sulla Storia del ‘900 nella performance EUROPEANA della Compagnia Sotterraneo, in cui l’attore Fabio Mascagni viene invitato a leggere integralmente la storia del XX secolo accompagnato da 100 brani musicali, uno per ogni anno. In un ambiente aperto, in cui lo spettatore è libero di andare e venire, un software traduce in diretta il racconto in codice binario, un linguaggio considerato potenzialmente universale, e lo invia verso lo spazio attraverso un segnale laser.
In NON ME NERO ACCORTA Djarah Kan ed Espérance Hakuzwimana si confrontano e si raccontano partendo dai loro personaggi immaginari e reali, dalle storie che hanno trascritto per rendere sopportabile il presente e ridisegnare un futuro accessibile, fatto di cura e dignità.
La Compagnia Sotterraneo punteggia ancora la programmazione con tre capitoli di TALK SHOW, un format a metà tra palestra di pensiero e performance divertita, incontrando nell’ordine TELMO PIEVANI, MAURA GANCITANO e WU MING 1. Sotterraneo convoca un evoluzionista, una filosofa e uno scrittore per portarli sul confine fra i loro campi professionali e il teatro, creando un’occasione per farsi domande sul senso dei diversi mestieri al tempo della rivoluzione digitale, nel mezzo di una pandemia mondiale, durante una crisi climatica senza precedenti.
- ALLEANZE MULTISPECIE, seconda prospettiva
Nel 1° MONDEGGIAMENTO: PUNTO CORALLO lo spettatore è invitato a sperimentare la tecnica dell'uncinetto grazie alla guida della ricercatrice e docente di design della maglieria Martina Motta, mentre Giovanni Chimienti, biologo dell'Università di Bari, racconta la scoperta nei mari della Puglia di foreste di corallo nero simili a quelle tropicali: una nuova forma di biodiversità ma anche un campanello d'allarme del riscaldamento globale.
Il 2° MONDEGGIAMENTO: INNESTARE IL POSTUMANO offre allo spettatore l'occasione di incontrare la filosofa femminista Rosi Braidotti e ascoltare le sue riflessioni su postumano e soggetto nomade, praticando una tecnica di innesto botanico su piccole piante di meli in vaso grazie alla guida di Isabella Dalla Ragione, agronoma che si occupa di salvaguardia della biodiversità vegetale.
Il 3° MONDEGGIAMENTO: PAESAGGI INATTESI è un percorso di etno-botanica condotto da Leone Contini attraverso paesaggi agricoli inediti del nostro Paese. Un racconto a metà tra workshop e azione artistica su una nuova bio-diversità dell’Italia generata dalle migrazioni di semi e esseri umani.
DOVE SOGNA LA MOSCA GIRAVITE raccoglie tre racconti inediti in forma concertata per parole, musica e immagini - La soluzione della mosca di Alice Bradley Sheldon, Non sei sola di Aliette de Bodard e Donna in piedi di Yasutaka Tsuitsui. Questo melologo sci-fi tutto contemporaneo ed extraeuropeo racconta di ‘epidemie’ culturali e biologiche, dell’altro inteso come alieno, di sistemi di controllo de-umanizzanti, delle relazioni come principio e perno di ogni sopravvivenza.
In CHILD OF TREE/BRANCHES, sulla scorta dell’esperimento di John Cage, Gianluca Ruggeri riflette sulla relazione tra musica e mondo organico dirigendo un inusuale concerto per ‘strumenti di materia vegetale’ che i bambini suoneranno dopo un esercizio di ricerca, selezione e ascolto svolto in un parco della città.
In LO SGUARDO DELLE PIANTE Emanuele Coccia conduce lo spettatore nel mondo vegetale, con occhi totalmente rinnovati: non più sullo sfondo delle nostre vite domestiche; alberi e piante sono i protagonisti di una modalità rivoluzionaria di guardare il mondo. Interverrà in questo racconto Arianna Scommegna con la lettura di alcuni brani da La poesia degli alberi, l’antologia edita da Luca Sossella editore.
- ENDLING E ALTRE COSE PERDUTE, terza prospettiva
In ALPHABEAST Felice Cimatti, filosofo del linguaggio, dialoga con Laura Boella sull’in-sostenibilità cui ci ha messo di fronte l’organismo virus e sulla necessità di un pensiero della fragilità, della paura e della morte, invitandoci a riflettere su cosa resti del linguaggio umano quando dall’altra parte troviamo una forma radicalmente aliena come quella del virus.
Con IL PIANETA DELLE PIANTE, Stefano Mancuso, scienziato e fondatore del laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, ci racconta delle ricerche che indagano le capacità sensibile, comunicativa e mnemonica delle piante. Le piante sono esseri intelligenti con un “cervello diffuso”, annusano, ascoltano, comunicano e imparano, cosa che ha permesso loro di adattarsi a quasi tutti gli ambienti terrestri. Mancuso ne legge la Costituzione, che è in qualche modo una carta dei diritti per l’intero pianeta.
Con WORKTABLE dell’artista neozelandese Kate McIntosh, lo spettatore trascorre in solitudine un tempo a sua discrezione, immerso in una pratica di manipolazione e ri-significazione di oggetti d’uso comune: un piccolo rito privato per guardare da un altro punto di vista alla moltitudine di cose materiali che ogni giorno circondano le nostre vite, sottraendole al loro destino di distruzione.
In F FOR FAKE Massimo Sandal, biologo e science teller, esplora - con Lisa Ferlazzo Natoli e Maddalena Parise – l’enigma della vita e dell’insostenibilità della sua rovina, ragionando sul problema delle pseudoscienze e sul concetto di ‘verità’. “Viviamo in un’epoca in cui le narrazioni competono, si fanno letteralmente la guerra, a volta una guerra sanguinosa in cui la scienza, che non è mai neutra, sta a metà tra la vittima e il carnefice”.
Grazie a DISTANT LIGHTS FROM DARK PLACES – singolare radiodramma di Andrew Bovell fatto di rapporti vacillanti in stato di pericoloso isolamento – lacasadargilla riflette sull’estinzione intesa come incidente, rimosso e scomparsa, come un’andata al macero delle relazioni, sull’impossibilità d’amare e di farsi vedere e sul nostro orientamento nel paesaggio. Un concertato per quattro voci, immagini di cieli scintillanti e contrappunto musicale.
Il coreografo inglese Jonathan Burrows in REWRITING si esercita, di fronte allo sguardo dello spettatore, a ricostruire una performance perduta, cercando un modo di riscriverla e rimetterla in scena grazie alle pratiche e agli esercizi di A Choreographer’s Handbook, il noto manuale del 2010 diventato un cult nel mondo delle arti performative. Carlotta Sagna – coreografa che, come Burrows, ha saputo mettere la vocalità al centro della propria ricerca – riporterà in scena dopo 10 anni AD VITAM, riadattando un manufatto del passato appositamente per questa curatela. Nel lavoro la coreografa italo-francese ritrae un personaggio che abita i margini di una possibile vita, poco distante da una forma di follia. Alla prima replica di AD VITAM di Carlotta Sagna segue LA NORMALITÀ IMPOSSIBILE, un incontro con la sociologa Chiara Saraceno che invita lo spettatore a ripensare i confini che separano la follia da ciò che viene considerato normale.
In APPUNTI DA UN’APOCALISSE Mark O’Connell ragiona con Lisa Ferlazzo Natoli e Margherita Mauro su cosa stia facendo concretamente l’umanità per evitare la fine. L’Apocalisse è da sempre qualcosa in cui gli uomini, i nostri simili, sono ‘altri’ da cui bisogna guardarsi, competitor. Epicentro della riflessione di O’Connell è, per contrasto, il generare – sia in accezione propositiva che come divieto, come se tutto il suo libro scaturisse da questo impulso. Francesco Villano legge degli estratti del libro.
- UNA FESTA
THE WALK / AMAL, UNA BAMBINA ALLA FINE DEL MONDO | Al centro del progetto internazionale THE WALK, curato da Good Chance con la direzione artistica di Amir Nizar Zuabi, è ‘Little Amal’, un pupazzo di 3,5 metri creato dalla Handspring Puppet Company, in figura di una bambina rifugiata siriana. Little Amal parte dal confine fra la Siria e la Turchia e percorre più di 8000KM nella nostra Europa fino al Regno Unito, con un messaggio per l’occidente: “Non dimenticatevi di noi”. Nelle tappe di questo viaggio, artisti e istituzioni culturali di ogni paese segnano il suo passaggio con creazioni di arte pubblica, performance o istallazioni, per accogliere o semplicemente per non lasciare che Amal passi inosservata. L’arrivo della piccola Amal a Milano verrà salutato, come nella tradizione delle feste patronali, con i fuochi d’artificio: le cosiddette batterie, filari di cartucce collegate ad un'unica miccia per creare lunghe serie di rumorosissimi fuochi pirotecnici a terra. Le batterie nascono per celebrare le feste ma fuoco, rumore, fumo e il ritmo di esplosioni sempre più veloci fino al potente botto finale possono avere un significato molto diverso per una bambina che scappa dalla guerra… La piccola Amal troverà un rifugio tranquillo nel Chiostro di via Rovello dove verrà accolta e rassicurata da un gruppo di marionette che, come lei, incarnano diverse identità plurali, realizzate dalla Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli.
La sfilata di questa piccola processione laica – pensata per salutare un’altra bambina/pupazza – fa parte di un progetto che gli artisti Riccardo Giacconi e Andrea Morbio hanno dedicato alla figura di Sarita Colonia, piccola “santa” peruviana, patrona informale degli immigranti clandestini e degli emarginati nel mondo non riconosciuta dalla chiesa ufficiale.
post it
Luogo: Chiostro di via Rovello
Parecchie sedie spaiate. Forse una è una sedia di cucina
Tempo: Estate, pomeriggio
Vari pomeriggi, ma l’azione è continua
LACASADARGILLA: In uno spettatore medio ci sono circa 1 kg di cellule batteriche
MARTA: Aspetta. Cosa intendi per “spettatore medio”?
MARCO: Tutti gli occhi del mondo. Ti ricordi l’inizio?
LACASADARGILLA: No, qui intendo proprio un uomo dal peso medio di 70 chilogrammi.
MARCO: Ah
MARTA: Il maschile universale
MARCO: O il maschile neutro come in latino?
LACASADARGILLA: Insomma su 70 chilogrammi di peso corporeo di uno spettatore medio, 69 chilogrammi sono cellule umane e 1 chilogrammo sono organismi viventi appartenenti alle più diverse specie di gruppi animali: funghi, batteri, virus…
MARTA: Uno spettatore medio in realtà è un insieme di organismi?
LACASADARGILLA: Beh, anche noi lo siamo
MARCO: E a quel punto nel nostro orizzonte è apparso un OLOBIONTE, abbiamo detto grazie per il tè e ce ne siamo andati a casa.
Marta Cuscunà è autrice e performer di teatro visuale, nella sua ricerca unisce l'attivismo alla drammaturgia per figure. Nel 2009 vince il Premio Scenario per Ustica con È bello vivere liberi! primo capitolo di Resistenze femminili, una trilogia di cui fanno parte La semplicità ingannata e Sorry, boys. Ne Il canto della caduta unisce l'immaginario ancestrale del mito di Fanes ai principi di animatronica utilizzati per manovrare i pupazzi. Earthbound è un monologo di fantascienza per attrice e creature meccaniche, ispirato all'ultimo saggio di eco-femminismo di Donna Haraway. Dal 2009 al 2019 ha fatto parte di Fies Factory, un progetto di Centrale Fies.
Marco D’Agostin è un artista attivo nel campo della danza e della performance. I suoi lavori interrogano con insistenza i temi della memoria e dell’intrattenimento. Circuitano dal 2010 a oggi in tutta Europa ed hanno ricevuto numerosi riconoscimenti in Italia (Premio UBU, Premio Gd’A Veneto, Premio Prospettiva Danza) e all’estero (BEFestival, (Re)connaissance, MasDanza).
SAGA, la sua ultima produzione, è stata realizzata con il supporto della Fondazione Hermes - New Settings e presentata in prima assoluta al Nouveau Théâtre di Montreuil a Parigi nel giugno del 2021.
lacasadargilla: Lisa Ferlazzo Natoli – autrice e regista –, Alessandro Ferroni – regista e disegnatore del suono –, Alice Palazzi – attrice e coordinatrice – e Maddalena Parise – ricercatrice e artista visiva -, assieme a un ensemble di attori, musicisti, drammaturghi, e artisti visivi lavora su scritture e spettacoli, istallazioni, rassegne e formazione. When the Rain Stops Falling vince tre premi UBU – tra cui miglior regia, e il premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. L’amore del cuore – ultima creazione della compagnia – ha debuttato a maggio 2021 ricevendo un ampio consenso di critica e pubblico.