Luca Ronconi

Luca Ronconi nasce nel 1933 a Susa, in Tunisia. Diplomatosi ventenne all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, inizia a recitare come attore protagonista in spettacoli diretti da Luigi Squarzina, Orazio Costa e Michelangelo Antonioni. A partire dal 1963 compie le sue prime esperienze registiche all’interno della compagnia di Corrado Pani e Gian Maria Volonté. Nel 1966 realizza I lunatici di Thomas Middleton e William Rowley e viene acclamato dalla critica come uno degli esponenti di punta dell’avanguardia teatrale italiana.

Lo spettacolo che lo consacra alla fama internazionale è Orlando Furioso (1969) di Ludovico Ariosto, nella riduzione elaborata da Edoardo Sanguineti, un evento teatrale straordinario che vive una fortunatissima tournée italiana e riscuote successo a livello mondiale. 

Dirige la Sezione Teatro alla Biennale di Venezia dal 1975 al 1977 e nello stesso anno fonda il Laboratorio di progettazione teatrale di Prato. Negli anni ’70 Ronconi mette in scena spettacoli memorabili, tra i quali XX da Rodolfo Wilcock (1971), Orestea di Eschilo (1972) e Utopia da Aristofane (1976) e, per il Laboratorio di Prato, Baccanti di Euripide (1977) e La torre di Hugo von Hofmannsthal (1978). Fondamentali tappe del suo percorso di ricerca sono inoltre Ignorabimus di Arno Holz (1986), Dialoghi delle carmelitane di Georges Bernanos (1988) e Tre sorelle di Anton Čechov (1989).

Dal 1989 al 1994 è direttore del Teatro Stabile di Torino dove nel 1992 fonda la Scuola per attori e dirige, tra gli altri, Gli ultimi giorni dell’umanità di Karl Kraus (1990), allestito nel grande ambiente della sala-macchine del Lingotto di Torino, evento assoluto della stagione.

Nel 1994 è nominato direttore del Teatro di Roma per il quale mette in scena spettacoli di grande impegno come Re Lear di William Shakespeare e Verso Peer Gynt da Henrik Ibsen (1995), Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda (1996) e I fratelli Karamazov da Fëdor Dostoevskij (1998).

Dal 1999 è consulente del Direttore del Piccolo e ne assume la direzione della Scuola di Teatro. In particolare, nel suo itinerario di ricerca, Luca Ronconi ha proposto al Piccolo classici quali Aristofane (Rane), Calderón de la Barca (La vita è sogno), Eschilo (Prometeo incatenato), Euripide (Baccanti), William Shakespeare (Sogno di una notte di mezza estate, Il mercante di Venezia), alternati ad autori meno frequentati in teatro (Arthur Schnitzler, Professor Bernhardi) o contemporanei (Jean-Luc Lagarce, Giusto la fine del mondo; Edward Bond, La compagnia degli uomini; Rafael Spregelburd, La modestia, Il panico; Michel Garneau, Celestina laggiù vicino alle concerie in riva al fiume, da Fernando de Rojas), accanto alle versioni per la scena di celebri romanzi (su tutti Lolita di Vladimir Nabokov). Autentico esperimento teatrale è stato lo spettacolo tratto dai cinque scenari sull’infinito (Infinities) del matematico inglese John D. Barrow, allestito in un magazzino di scenografie alla periferia di Milano nella stagione 2001-2002. La sua ultima regia è stata Lehman Trilogy di Stefano Massini (2015), consulente artistico del Piccolo dal 2015 al 2020. 

Nella cornice del Teatro Greco di Siracusa allestisce nel 2002 la trilogia Prometeo incatenato (Eschilo), Baccanti (Euripide), Rane (Aristofane), rappresentata poi anche al Teatro Strehler a Milano. Nel 2006 è invitato a dirigere cinque spettacoli in occasione delle Olimpiadi invernali, tra cui Biblioetica, Dizionario per l’uso di Corbellini, Donghi e Massarenti (co-diretto con Claudio Longhi).  

Come regista lirico, alla frequentazione dei “classici” dell’opera italiana ed europea, Ronconi accompagna un interessante lavoro di studio sui territori meno battuti del teatro musicale, come la grande stagione del barocco italiano o la produzione operistica contemporanea. Incontro particolarmente felice è quello con la drammaturgia musicale rossiniana.

Ronconi lavora anche curatore e allestitore di mostre d’arte, tra le quali “Anton Van Dyck – Riflessi italiani” (Palazzo Reale, Milano, 2004), “Cina. Nascita di un Impero” (Scuderie del Quirinale, Roma, 2006) e “La bella Italia. Arte e identità delle città capitali” (Venaria Reale, Torino, 2011).

Tra i numerosi premi e riconoscimenti, vanno ricordati il VI Premio Europa per il Teatro di Taormina Arte (1998) e i Premi Ubu come migliore spettacolo per “Progetto sogno” (2000), Lolita (2001), Infinities (2002), Professor Bernhardi (2005), “Progetto Domani” (2006). Più recentemente, gli è stato assegnato il Premio Nazionale della Critica per il “Progetto Lagarce” e il Premio ETI come migliore spettacolo per Sogno di una notte di mezza estate. Nel 2008 gli è stato conferito dall’Accademia Nazionale dei Lincei il Premio “Antonio Feltrinelli” per la Regia teatrale. Ha ricevuto lauree honoris causa dalle Università di Bologna (1999), Perugia (2003), Urbino (2006) e Venezia (2012). Ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera nella Biennale Teatro di Venezia (2012).

Luca Ronconi muore a Milano nel 2015.