Centosettanta stroncature firmate da Giovanni Raboni in quarant’anni di attività critica: è il contenuto di Meglio star zitti? Scritti militanti su letteratura cinema teatro, Oscar Mondadori che raccoglie quarant'anni di lavoro del poeta e intellettuale qui nella sua funzione di giornalista e critico. Intervengono alla presentazione del volume Massimo Cacciari, Luca Daino e Gianni Turchetta.
Chiostro Nina Vinchi
Edito da Mondadori, nella collana Oscar Moderni, Meglio star zitti? raccoglie centosettanta stroncature firmate da Giovanni Raboni in quarant’anni di attività critica: interventi talvolta garbati, più spesso sarcastici e addirittura spietati, tesi a mettere in discussione il valore e il significato di prodotti artistici (romanzi, poesie, film, spettacoli teatrali) e di fenomeni di costume. Ne fanno le spese nomi blasonati: Woody Allen, Italo Calvino, Umberto Eco, Federico Fellini, Dario Fo, Giorgio Gaber, Ernest Hemingway, Milan Kundera, Pier Paolo Pasolini e tanti altri. Inflessibile nella difesa della qualità, Raboni condanna la deriva consumista della produzione culturale italiana del dopoguerra, rivendicando la responsabilità primaria del critico militante: essere per il pubblico una guida attendibile e onesta, chiamata a distinguere il “vero” dal “falso”. Compito che va sempre più assumendo i toni di una solitaria e disperata sfida etica.
Uscito in libreria nel mese di settembre, il volume è presentato al pubblico in un incontro con la partecipazione di Massimo Cacciari, Luca Daino e Gianni Turchetta.
Edito da Mondadori, nella collana Oscar Moderni, Meglio star zitti? raccoglie centosettanta stroncature firmate da Giovanni Raboni in quarant’anni di attività critica: interventi talvolta garbati, più spesso sarcastici e addirittura spietati, tesi a mettere in discussione il valore e il significato di prodotti artistici (romanzi, poesie, film, spettacoli teatrali) e di fenomeni di costume. Ne fanno le spese nomi blasonati: Woody Allen, Italo Calvino, Umberto Eco, Federico Fellini, Dario Fo, Giorgio Gaber, Ernest Hemingway, Milan Kundera, Pier Paolo Pasolini e tanti altri. Inflessibile nella difesa della qualità, Raboni condanna la deriva consumista della produzione culturale italiana del dopoguerra, rivendicando la responsabilità primaria del critico militante: essere per il pubblico una guida attendibile e onesta, chiamata a distinguere il “vero” dal “falso”. Compito che va sempre più assumendo i toni di una solitaria e disperata sfida etica.
Uscito in libreria nel mese di settembre, il volume è presentato al pubblico in un incontro con la partecipazione di Massimo Cacciari, Luca Daino e Gianni Turchetta.