In occasione del debutto dello spettacolo Doppio sogno, il regista Carmelo Rifici dialoga con Marco Castellari (Università degli Studi di Milano). Tra letteratura, dramma e terapia, un percorso di disvelamento del rapporto di coppia nelle sue pieghe più recondite: a guidare il giovane cast tra le pagine di Doppio sogno di Schnitzler è il regista Carmelo Rifici.
Chiostro Nina Vinchi
In occasione del debutto dello spettacolo Doppio sogno, Carmelo Rifici, regista e Direttore della Scuola di Teatro "Luca Ronconi", dialoga con Marco Castellari (Università degli Studi di Milano).
In Doppio sogno, scritto nei primi anni Venti del Novecento, Schnitzler indaga le dinamiche del desiderio e dei sentimenti di una coppia borghese di sposi. In un lungo racconto, che sconfina nell’incubo e nel fantastico, è raccontata la folle notte del dottor Fridolin, che, uscito di casa dopo una discussione con la moglie Albertine, si trova coinvolto in un’inquietante serie di eventi e incontri a sfondo sessuale. Carmelo Rifici ha scelto questo testo per condurre un lavoro con un cast di giovani attrici e attori sui temi del rapporto di coppia, della gestione della violenza all’interno delle relazioni e della costruzione del concetto di identità attraverso il continuo “specchiarsi” nell’altro. Il regista definisce Doppio sogno «un testo terapeutico, al di là delle intuizioni psicanalitiche che la critica da sempre gli riconosce; dobbiamo a Schnitzler un personaggio femminile straordinario, un’invenzione geniale, Albertine, l’elemento femminile della coppia di protagonisti. È grazie a lei e alla sua capacità di gestire le pulsioni attraverso i sogni, che il rapporto non esploderà, bensì avrà la possibilità di preservarsi, di salvarsi da quella violenza indistinta che suo marito Fridolin cerca continuamente di importare nella vita familiare. Doppio sogno possiede un valore catartico che può essere utile a dei giovani per individuare modelli letterari che li aiutino a decifrare le proprie inquietudini personali».
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.
In occasione del debutto dello spettacolo Doppio sogno, Carmelo Rifici, regista e Direttore della Scuola di Teatro "Luca Ronconi", dialoga con Marco Castellari (Università degli Studi di Milano).
In Doppio sogno, scritto nei primi anni Venti del Novecento, Schnitzler indaga le dinamiche del desiderio e dei sentimenti di una coppia borghese di sposi. In un lungo racconto, che sconfina nell’incubo e nel fantastico, è raccontata la folle notte del dottor Fridolin, che, uscito di casa dopo una discussione con la moglie Albertine, si trova coinvolto in un’inquietante serie di eventi e incontri a sfondo sessuale. Carmelo Rifici ha scelto questo testo per condurre un lavoro con un cast di giovani attrici e attori sui temi del rapporto di coppia, della gestione della violenza all’interno delle relazioni e della costruzione del concetto di identità attraverso il continuo “specchiarsi” nell’altro. Il regista definisce Doppio sogno «un testo terapeutico, al di là delle intuizioni psicanalitiche che la critica da sempre gli riconosce; dobbiamo a Schnitzler un personaggio femminile straordinario, un’invenzione geniale, Albertine, l’elemento femminile della coppia di protagonisti. È grazie a lei e alla sua capacità di gestire le pulsioni attraverso i sogni, che il rapporto non esploderà, bensì avrà la possibilità di preservarsi, di salvarsi da quella violenza indistinta che suo marito Fridolin cerca continuamente di importare nella vita familiare. Doppio sogno possiede un valore catartico che può essere utile a dei giovani per individuare modelli letterari che li aiutino a decifrare le proprie inquietudini personali».
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.