Salta al contenuto principale

Nina Vinchi Grassi

Nina Vinchi Grassi

Nina Vinchi Grassi nasce a Milano nel 1911 da una famiglia di origini bergamasche. La “signora del Piccolo” ricopre un ruolo fondamentale per la vita del teatro, assumendone fino al 1993 il peso dell’organizzazione produttiva e amministrativa. Nina Vinchi Grassi dedica una vita a quel Teatro che il marito Paolo Grassi fonda nel 1947 insieme a Giorgio Strehler, cercando sempre di coniugare le ragioni dell’arte a quelle di una corretta gestione finanziaria. Nina Vinchi ha sempre preferito ricoprire un ruolo defilato, dietro le quinte, lasciando a Grassi e a Strehler le luci della ribalta, condividendone sempre le scelte da preziosa e ascoltata consigliera, garanzia di equilibrio e professionalità.

Molti sono i premi e le onorificenze che Nina Vinchi Grassi ha avuto nella sua vita: la medaglia d’argento della Città di Milano (1963); il Premio Renato Simoni di fedeltà al Teatro (1975), la nomina di Grand’Ufficiale al Merito della Repubblica (1981); la Targa Mario Bonfantini per meriti culturali e artistici (1982); l’onorificenza francese di Officier des Arts et des Lettres (1985); la medaglia d’oro del premio della riconoscenza assegnato dalla Provincia di Milano (1987); il Premio Maratea per una vita nel teatro (1994).

Nina Vinchi Grassi è scomparsa nel 2009. A lei è dedicato il chiostro rinascimentale attiguo al Teatro Grassi.

Paolo Grassi

Paolo Grassi

Paolo Grassi nasce a Milano nel 1919 da una famiglia pugliese originaria di Martina Franca (Taranto). Animato fin da giovanissimo da una profonda passione per il teatro, a soli diciotto anni è già “vice critico” del “Sole” di Milano e collabora con diverse riviste giovanili. Nel 1937 inizia a lavorare come regista teatrale con l’allestimento dello spettacolo Bertoldissimo. Trasferitosi al seguito della “Compagnia della Commedia” diretta da Gian Maria Cominetti, sviluppa doti di critico, saggista e operatore teatrale. Nel 1940 è l’organizzatore della compagnia Ninchi-Dori-Tumiati, con la quale porta sulle scene italiane La cena delle beffe di Sem Benelli. L’anno successivo fonda il gruppo d’avanguardia “Palcoscenico” – di cui fanno parte, come attori, Giorgio StrehlerMario Feliciani e Franco Parenti – con i quali rappresenta molti autori contemporanei, da Rebora a Treccani, da Pirandello a O’Neill, a Čechov, puntando a una radicale innovazione della drammaturgia.

Nel dicembre del 1941 Paolo Grassi è chiamato alle armi e torna a occuparsi di teatro e cultura solo nel 1944 dirigendo le collane teatrali delle case editrici Rosa & Ballo e Poligono, dopo aver partecipato alla Resistenza nei ranghi della militanza socialista. Dalla Liberazione fino al marzo del 1947, Grassi è critico teatrale e redattore dell’“Avanti!”, esperienza attraverso la quale matura la convinzione di creare un teatro stabile a gestione pubblica.

Nel 1947 fonda e dirige al fianco di Giorgio Strehler il Piccolo Teatro, il primo teatro stabile ed ente comunale di prosa in Italia, inaugurato il 14 maggio con la messa in scena dell’Albergo dei poveri di Maksim Gorkij: è la nascita non di un semplice teatro, ma di un organismo che crede all’impegno sociale, alla coscienza etica, alla maturità civile del fare spettacolo, un “Teatro d’Arte per Tutti”.

Paolo Grassi rimane alla direzione del Piccolo per venticinque anni fino al maggio 1972, senza trascurare la produzione editoriale, come la direzione della “Collezione di teatro” con Gerardo Guerrieri per Einaudi e il costante lavoro sulla collana “Documenti di teatro” dell’editore Cappelli con Giorgio Guazzotti. Nel dopoguerra Grassi coglie e si fa interprete dell’esigenza di un radicale rinnovamento delle strutture teatrali nazionali, sostenendo la creazione di Teatri municipali intesi come servizio pubblico, con un repertorio di alto livello culturale, la cui funzione principale sia quella di avvicinare al teatro anche i ceti più popolari.

Il primo obiettivo di Grassi è quello di sviluppare un processo di adeguamento della cultura e del teatro italiano in ottica europea. Sensibile alle esigenze della città di Milano, nel 1958 contribuisce alla riapertura del Teatro Gerolamo promuovendovi una scena sperimentale. Oltre agli spettacoli prodotti nella storica sala di via Rovello, Grassi riapre il Teatro Lirico ai grandi spettacoli di prosa, inventa la rassegna internazionale “Milano Aperta”, stimola il Comune in una impegnativa operazione di decentramento culturale con i tendoni del Teatro Quartiere.

Nel 1972 è chiamato alla sovrintendenza del Teatro alla Scala: prende così il via uno stretto lavoro di squadra con Massimo Bogianckino e Claudio Abbado, il cui impegno comune è quello di riportare l’istituzione milanese al massimo livello artistico e di riavvicinarla alla città e alla Regione Lombardia, in stretto dialogo con le forze della cultura, gli studenti e le realtà produttive. Tra le tante iniziative, Paolo Grassi è il primo sovrintendente ad allacciare rapporti culturali con l’Unione Sovietica, il Giappone e il Nord America.

Nel gennaio 1977 lascia Milano alla volta di Roma dove è Presidente della Rai-Tv per tre anni, mandato che trascorre non senza alcune polemiche dovute alla rigorosa applicazione dei suoi principi culturali. In seguito, è nominato Presidente della Rai-Corporation e Presidente del Gruppo editoriale Electa, dove riprende con grande passione l’attività editoriale.

A Paolo Grassi va riconosciuto un determinante contributo anche a molte iniziative culturali di cui è stato promotore e stimolatore: è stato Presidente della Sezione Italiana dell’ITI (Istituto Internazionale del Teatro), Presidente dei David di Donatello, Presidente onorario del Premio Dino Ciani e membro della Commissione italiana dell’UNESCO. Per i suoi meriti artistici ha ricevuto negli anni numerose onorificenze italiane e straniere: Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana; la Legion d’Onore, l’Ordine Arts et Lettres e l’Ordre National du Merite, conferitegli dal Governo francese; la Gran Croce al Merito della Repubblica Federale, conferitagli dal Governo tedesco.

Paolo Grassi muore a Londra nel 1981, nel corso di un intervento chirurgico al cuore. 

Giorgio Strehler

Giorgio Strehler

Giorgio Strehler nasce il 14 agosto 1921 a Barcola (Trieste), in una famiglia in cui si intrecciano lingue e culture: slavo il nonno, francese la nonna, di origini viennesi il padre. Rimasto orfano del padre in giovanissima età, a sette anni si trasferisce con la madre, violinista di fama, a Milano. Assistendo alla rappresentazione di Una delle ultime sere di Carnovale di Carlo Goldoni, rimane folgorato dal teatro e si iscrive all’Accademia dei Filodrammatici, dove si diploma nel 1940.

Il debutto alla regia avviene nel 1943, a Novara, con tre atti unici di Pirandello. Ostile al regime fascista, nel gennaio 1944 lascia l’Italia e si rifugia in Svizzera, dove continua a fare teatro: con una compagnia di soli uomini, nel Campo di Mürren, poi a Ginevra, dove fonda la Compagnie des Masques e firma gli spettacoli con lo pseudonimo Georges Firmy, dal cognome della nonna materna. Terminata la guerra, Strehler prosegue l’attività in una Milano ferita, eppure animata da un forte desiderio di rinascita.

Il 14 maggio 1947 il sipario si alza su L’albergo dei poveri di Maksim Gorkij, titolo che Paolo Grassi e Giorgio Strehler, con l’insostituibile Nina Vinchi, hanno scelto per inaugurare il Piccolo Teatro, la sala di via Rovello riconquistata all’arte e alla poesia dopo la guerra. Strehler stesso è in scena nel ruolo del ciabattino Alioša. Appena due mesi prima, aveva debuttato al Teatro alla Scala con La traviata di Giuseppe Verdi. E se già nel 1947 Strehler comincia a scrivere il “romanzo di Arlecchino”, l’altro dato che colpisce è l’immediata internazionalità: i suoi spettacoli vanno in scena, con successo, a Milano, in Italia e nel mondo.

Strehler predilige i classici – William Shakespeare, Anton Čechov, Carlo Goldoni, Henrik Ibsen, Georg Büchner – accanto ai contemporanei, tra cui il premio Pulitzer Thornton Wilder, Tennessee Williams, Albert Camus, Ernst Toller, senza dimenticare Luigi Pirandello. Per tradurre i testi stranieri, ancora inediti in Italia, è frequente la collaborazione con scrittori, poeti, intellettuali – tra gli altri Salvatore Quasimodo, Cesare Vico Lodovici, Carlo Bo e Vittorio Sereni – a sottolineare il ruolo culturale che il Piccolo va conquistando sul campo, stagione dopo stagione.

Giorgio Strehler mette a punto la propria cifra stilistica focalizzando la sua attenzione sull’uomo, come individuo e come essere sociale, in un’indagine insieme storica e poetica. In quest’operazione, in cui si rivelano fondamentali “i testi di Čechov e il Goldoni della Trilogia della villeggiatura” (1954), decisivo è l’incontro con Bertolt Brecht: dall’Opera da tre soldi (1956), passando per Schweyk nella Seconda Guerra mondiale (1961) fino a Vita di Galileo (1963), prende forma una personale visione del teatro epico, in cui l’impegno didattico e politico si rivitalizza nel calore di un teatro profondamente umano. La riflessione scaturita dal lavoro su Brecht si riflette in molti degli allestimenti di quegli anni: dal Coriolano di Shakespeare (1957) al profondo ripensamento cui viene sottoposto l’Arlecchino servitore di due padroni (1956 e 1963), fino al recupero della drammaturgia milanese popolare con El nost Milan di Carlo Bertolazzi (1955). Le musiche sono di Fiorenzo Carpi, al fianco di Strehler fin dalla fondazione del teatro.

In parallelo all’imporsi del Piccolo come una delle più importanti realtà teatrali a livello europeo, si ha il progressivo ampliarsi del pubblico, andando a realizzare compiutamente l’idea di un Teatro d’Arte per tutti. Alla sala di via Rovello si aggiunge il vasto spazio del Teatro Lirico, ed è qui che Strehler mette in scena, a metà degli anni ‘70, tre allestimenti memorabili: Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni (1964), la seconda edizione dei Giganti della montagna di Luigi Pirandello (1966) e il monumentale Gioco dei potenti, spettacolo kolossal in due giornate, che condensa le tre parti dell’Enrico VI di William Shakespeare (1965). Il 1965 è anche l’anno in cui Strehler allestisce una memorabile edizione de Il ratto dal serraglio di Mozart al Festival di Salisburgo.

Nell’inquieto clima della contestazione, gli interrogativi sul proprio ruolo di regista e sulle modalità produttive fino ad allora adottate inducono Strehler, nell’estate del 1968, ad allontanarsi da via Rovello per fondare un nuovo gruppo, Teatro e Azione, su basi cooperativistiche. Al Piccolo rimane Paolo Grassi come direttore unico. Strehler riprende la collaborazione con il Piccolo nel 1970, allestendo la Santa Giovanna dei macelli di Bertolt Brecht (nel mese di luglio al Maggio Musicale Fiorentino, in dicembre al Teatro Lirico di Milano). Il rientro in città contempla anche la messa in scena di Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi per l’inaugurazione del Teatro alla Scala il 7 dicembre 1971.

Tornato alla guida del Piccolo con un indimenticabile allestimento del Re Lear di William Shakespeare (1972), Strehler firma una serie di capolavori, divenuti pietre miliari nella storia della regia del Novecento. Testi messi in scena in passato (L’opera da tre soldi, 1973; Arlecchino servitore di due padroni, 1973 e 1977; Il giardino dei ciliegi, 1974; La tempesta, 1978; El nost Milan, 1979; L’anima buona di Sezuan, 1981) rivivono sotto una nuova luce, supportati da invenzioni di straordinaria forza poetica ed estetica, accanto ad altri titoli degli autori più frequentati (per tutti, Il campiello di Goldoni, 1975).

Parallelamente secondo una personalissima ricerca artistica, Strehler si cimenta per la prima volta con Jean Genet (Le balcon, 1976), August Strindberg (Temporale, 1980), Samuel Beckett (Giorni felici, 1982), Gotthold E. Lessing (Minna von Barnhelm, 1983), Eduardo De Filippo (La grande magia, 1985). Nel 1974 esce il volume Per un teatro umano, nel quale illustra i fondamenti della sua pratica teatrale. Come regista lirico, sempre dell’amato Mozart, porta in scena Le nozze di Figaro a Versailles (1973), in un allestimento di grande successo, poi riproposto al Teatro alla Scala nel 1981. Due le indimenticabili regie verdiane, Macbeth nel 1975 e Falstaff nel 1980.

La creazione del Théâtre de l’Europe, a Parigi, nel 1983 – embrione di quello che sarà, a partire dagli anni ‘90, l’Unione dei Teatri d’Europa – realizza il sogno di Strehler di un teatro sovranazionale, in cui culture diverse possano dialogare e arricchirsi vicendevolmente. Sempre nel corso degli anni ‘80, Strehler si dedica attivamente alla politica: dal 1983 come parlamentare europeo, nelle file del PSI, dal 1987 a Palazzo Madama, come Senatore della Sinistra Indipendente.

Con Elvira, o la passione teatrale, dalle lezioni di teatro di Louis Jouvet, s’inaugura nel 1986 il Teatro Studio, realizzato da Marco Zanuso riprogettando l’ottocentesco Teatro Fossati. È Strehler a calarsi nei panni di Jouvet – che considera uno dei suoi maestri, traducendo in scena il valore della relazione con gli attori e l’importanza della didattica teatrale. Segue, nel 1987, la creazione della Scuola di Teatro del Piccolo, la cui sede è fissata al Teatro Studio, a sottolineare lo stretto legame tra teoria e palcoscenico. Con Don Giovanni (Teatro alla Scala, 1987), dopo le Nozze, esplora la seconda delle opere della trilogia dell’amore di Mozart-Da Ponte.

Dopo una riflessione sul tema dell’identità, con il pirandelliano Come tu mi vuoi (1988), Strehler si dedica al Progetto Faust: anni di studi e approfondimento approdano a due spettacoli, Faust, frammenti parte prima (1989) e Faust, frammenti parte seconda (1991). Nel ruolo del protagonista, il Maestro dà vita a una profonda meditazione sul senso dell’esistenza umana. La terza edizione dei Giganti della montagna (1994), le riletture con cui Strehler celebra il Bicentenario goldoniano (ArlecchinoLe baruffe chiozzotte e Il campiello), il progetto di uno spettacolo dai Mémoires, splendida autobiografia del drammaturgo veneziano e sintesi di una vita dedicata al teatro, si offrono come una profonda testimonianza, artistica e umana; la grazia del gioco teatrale dell’Isola degli schiavi di Marivaux (1994) suggerisce un ottimistico cammino di conoscenza.

A pochi mesi dai festeggiamenti per il 50° della fondazione del Piccolo, Strehler si appresta a una nuova avventura, il Così fan tutte di Mozart, per inaugurare il teatro di Largo Greppi, nuova sede del Piccolo, finalmente ultimato. Strehler concepisce la messinscena come la conclusione del suo progetto sulla trilogia dell’amore di Mozart e Da Ponte: dopo Le nozze di Figaro sulla variabilità dei sentimenti e Don Giovanni sulla tragicità delle passioni, Così fan tutte è una riflessione sulla pietosa bugia dell’amore. La morte, che lo coglie la notte di Natale del 1997, non gli consente di assistere a questo ennesimo debutto, che risuonerà come un ultimo, commovente saluto.

La storia del Piccolo

La storia del Piccolo


Primo Stabile pubblico in Italia, il Piccolo Teatro di Milano è stato fondato il 14 maggio 1947 da Giorgio Strehler e Paolo Grassi con Nina Vinchi, nell’intento di dare vita a un Teatro inteso come servizio pubblico: un’istituzione artistico-culturale necessaria, dunque, come risposta a un bisogno collettivo, e, quindi, a beneficio di tutta la cittadinanza.


“Teatro d’Arte per Tutti” è il motto, nonché il principio identitario, che accompagna il Piccolo Teatro dalla sua nascita e che ne è tuttora stella polare, riassumendone la missione: portare in scena spettacoli di qualità indirizzati al pubblico più ampio possibile.


Sostenuto dallo Stato e dagli enti locali – in primo luogo dal Comune di Milano e da Regione Lombardia – il Piccolo opera oggi su tre sale: la sede storica di via Rovello, ribattezzata Teatro Grassi, è situata all’interno di Palazzo Carmagnola e comprende dal 2009 – grazie a un progetto di restauro che lo ha restituito alla città – anche un magnifico Chiostro rinascimentale intitolato a Nina Vinchi; il Teatro Strehler è la sede principale, progettata da Marco Zanuso e inaugurata nel gennaio 1998 sulle note del Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart, ultima messinscena del grande regista; il Teatro Studio Melato è lo spazio idealmente destinato alla ricerca e alla pedagogia, dal 2014 dedicato all’attrice Mariangela Melato e ricavato dall’ottocentesco Teatro Fossati, riaperto al pubblico nel 1986. Nello stesso edificio si trova anche la Scuola di Teatro “Luca Ronconi”, fondata da Giorgio Strehler nel 1987. Per realizzare la propria operatività, il Piccolo si è dotato negli anni anche di un laboratorio di scenografia e di una sartoria. 

In settantasette anni di attività, il Piccolo Teatro ha prodotto più di 400 spettacoli – molti dei quali diretti da Giorgio Strehler – mettendo in scena opere di autori classici e contemporanei, attraverso importanti allestimenti, entrati a far parte della Storia del teatro mondiale. Limitandosi alle regie strehleriane, si possono ricordare: William Shakespeare (Re Lear e La Tempesta), Carlo Goldoni (Arlecchino servitore di due padroni, Le baruffe chiozzotte, Il campiello), Anton Čechov (Il giardino dei ciliegi), Bertolt Brecht (L’opera da tre soldi, Vita di Galileo, L’anima buona di Sezuan) e Samuel Beckett (Giorni felici).

Dal 1991 il Piccolo Teatro è anche “Teatro d’Europa”, come riconfermato dall’articolo 47 del DM n. 332 del 27 luglio 2017 e successive modifiche. Dopo essere stata fortemente patrocinata da Strehler, la visione aperta e il desiderio di affermarsi in un orizzonte teatrale internazionale hanno trovato conferma e rilancio sotto la direzione di Sergio Escobar – direttore della Fondazione dal 1998 fino al luglio 2020 – e di Luca Ronconi (consulente artistico e direttore della Scuola di Teatro sempre dalla fine degli anni Novanta fino al febbraio 2015).

Durante i suoi anni milanesi, Ronconi è stato autore di alcuni straordinari capolavori del teatro agli albori del nuovo millennio, capaci – tra i moltissimi meriti – di esaltare la portata interdisciplinare del linguaggio teatrale. È il caso di Infinities del matematico inglese John D. Barrow, letterale esperimento scenico allestito all’interno degli ex-laboratori scaligeri della Bovisa nella stagione 2001/02, o di Lehman Trilogy (2015), epopea in forma di ballata sulle derive del capitalismo occidentale, ultima regia del maestro, tratta dall’opera di Stefano Massini – chiamato di lì a poco a raccoglierne l’eredità di consulente artistico tra il 2015 e il 2020.

Grazie a loro e all’impegno di tutte le artiste e gli artisti, delle lavoratrici, dei lavoratori e delle maestranze che hanno preso parte alla sua storia, il Piccolo è oggi polo culturale cittadino ed europeo, sui cui palcoscenici si alternano spettacoli di prosa e danza, rassegne e festival, tavole rotonde e incontri di approfondimento culturale.

Dal dicembre 2020 la direzione del Piccolo è stata affidata a Claudio Longhi. Sotto la sua guida, insieme alla consueta ricca programmazione di produzioni e ospitalità, la politica culturale del Teatro si è caratterizzata per il sostegno alla drammaturgia contemporanea, la promozione di giovani artisti, l’internazionalizzazione e lo sviluppo di reti e progettualità europee. 

In particolare, a partire dalla stagione 2021/22, il Piccolo è diventato – come nella volontà dei suoi fondatori – vera e propria “casa” di artisti. È stata infatti avviata la collaborazione con quindici Artiste e Artisti Associati, italiani e internazionali, nella convinzione che il teatro non si esaurisca nella sola produzione di spettacoli, ma debba favorire percorsi di scambio, ideazione e cooperazione, dando agli spettatori l’opportunità di confrontarsi con i processi e non solo con i singoli eventi spettacolari. 

Sempre durante la stagione 2021/22, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Giorgio Strehler, ha preso vita il Festival Presente indicativo, grande manifestazione di teatro internazionale che, nell’edizione del maggio 2022 – per Giorgio Strehler (paesaggi teatrali) – ha visto la partecipazione di 21 compagnie/ensemble, impegnati in 25 spettacoli, nelle sale del Piccolo e in tutta la città, per un totale di oltre 70 ore di teatro. Nel maggio del 2024 è stata presentata la seconda edizione del Festival: Milano Porta Europa, caleidoscopico affondo sui mille volti dell’Europa di oggi, delle sue contraddizioni, delle sue speranze e delle sue possibilità.

Prioritaria, infine, è l’attenzione che, nelle sue varie attività, il Teatro dedica al dialogo con il territorio e al tema della sostenibilità, letta nella sua accezione più ampia e inclusiva di relazione tra ambiente, economia e società.

In vista dell’imminente riforma del sistema teatrale italiano annunciata dal Ministero della Cultura, sull’ultimo scorcio del 2024 ha preso avvio un processo di riassetto della governance della Fondazione. In un primo momento, il 1° dicembre 2024 il Consiglio di Amministrazione ha votato all’unanimità il rinnovo del mandato al Direttore Claudio Longhi – che nell’alveo della direzione artistica del teatro ha assunto anche la direzione della Scuola di Teatro “Luca Ronconi” – e la nomina di Lanfranco Li Cauli a Direttore generale delegato alle funzioni tecnico-amministrative. Per dare impulso alla vocazione pedagogica dei Maestri, il Piccolo Teatro si è inoltre dotato di un master di specializzazione per attori, Preside Andrea Chiodi. In seconda battuta, dando corso al DM 463 del 23 dicembre 2024, nel settembre 2025, a seguito di un cambio di statuto, la Fondazione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa è approdata al compiuto sdoppiamento della direzione in: direzione artistica e direzione generale. In particolare – in assoluto spirito di servizio verso l’Istituzione e la comunità – Lanfranco Li Cauli è stato chiamato ad assumere il ruolo di Direttore Generale e Claudio Longhi il ruolo di Direttore Artistico

A quasi ottant’anni dal debutto dell’Albergo dei poveri di Gorkij, memorabile inaugurazione del teatro di via Rovello, il viaggio continua, nell’incessante sforzo di realizzare quotidianamente il sogno di un «teatro d’arte per tutti», sospeso tra tradizione e futuro, rendendo grande nel mondo il nome del Piccolo Teatro.
 

Claudio Longhi

Claudio Longhi

Dal 1° dicembre 2020 ha assunto la Direzione del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa.

Nato a Bologna il 25 maggio 1966, si è laureato a pieni voti presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, nel 1993, sotto la guida del Chiar.mo Prof. Ezio Raimondi, con una tesi di laurea dal titolo: Dall’epica al Teatro, l’«Orlando furioso» di Ronconi. Sempre presso l’Ateneo di Bologna ha conseguito il Dottorato di ricerca (1998, tesi di dottorato: La drammaturgia del Novecento: romanzo, cinema e montaggio) e ha vinto una borsa di ricerca di postdottorato (1999, progetto di edizione critica di quattro commedie di Giovan Battista Andreini). Nel 2002 ha vinto un concorso da Ricercatore in Discipline dello Spettacolo presso l’Università di Bologna, Dipartimento di Musica e Spettacolo. Nel 2006 è stato promosso Professore Associato, trasferendosi presso la Facoltà di Design e Arti dell’Università IUAV di Venezia. Nel dicembre 2011 è rientrato a Bologna e dal 2015 è professore ordinario (attualmente in aspettativa) di Storia della regia e di Istituzioni di regia presso il Dipartimento delle Arti Visive, Performative e Mediali del suo ateneo. Negli anni ha avuto la titolarità didattica, tra gli altri, anche degli insegnamenti di Drammaturgia, di Storia della drammaturgia e dello spazio scenico e di Progettazione e gestione delle attività di spettacolo. Nel 2014 è stato eletto Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Discipline della Musica e del Teatro dell’Università di Bologna. Nel 2015 è stato designato Vicepresidente Vicario della Scuola di Lettere e Beni Culturali dello stesso Ateneo. Nel febbraio 2016 è stato eletto Coordinatore del Dottorato di ricerca in Arti Visive, Performative e Mediali dell’Università di Bologna. Nel marzo 2016 è entrato a far parte del Presidio della “Qualità d’Ateneo – Gruppo di lavoro dedicato alle funzioni relative alla qualità della ricerca” sempre dell’Università di Bologna come rappresentante della Macroarea Umanistica. È stato vicepresidente della CUT (Consulta Universitaria del Teatro) dal 2016 al 2018.

Al percorso accademico ha da sempre affiancato l’impegno teatrale attivo, operando dapprima nel campo della regia e della formazione del pubblico, quindi allargando la propria sfera di operatività al dominio organizzativo. Tra il 1993 e il 1995 ha lavorato come assistente con il M° Pier Luigi Pizzi e con il M° Graham Vick; tra il 1995 e il 2002 ha invece collaborato stabilmente con il M° Luca Ronconi in qualità di assistente prima e regista assistente poi, prendendo così parte a spettacoli come Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, 1996; Lolita, 2001 e Infinities, 2002. Tra il 2007 e il 2008 ha affiancato il M° Eimuntas Nekrošius per la messa in scena di Anna Karenina. A cominciare dal 1999, ha firmato in proprio la regia di spettacoli per il Teatro di Roma (Democrazia, 1999; Omaggio a Koltès: Voci sorde, Sallinger e Nella solitudine dei campi di cotone, 2009), per il Teatro de Gli Incamminati (Moscheta, 2001; Cos’è l’amore, 2002; Caligola, 2003; Edipo e la Sfinge, 2004; Lo zio – Der Onkel, 2005), per il Piccolo Teatro di Milano (Ite messa est, 2002), per il Teatro Stabile di Torino (La peste, in coproduzione con il Teatro de Gli Incamminati, 2004; Leopardi, 2005; Biblioetica. Dizionario per l’uso, cofirmato con Luca Ronconi nell’ambito del “Progetto Domani”, 2006), per il Teatro Due di Parma (La folle giornata o il matrimonio di Figaro, in coproduzione con il Teatro Stabile di Torino e il Teatro di Roma, 2007), per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico (Prometeo, 2012) e per Emilia Romagna Teatro Fondazione (Io parlo ai perduti. Le vite immaginarie di Antonio Delfini, 2009; La resistibile ascesa di Arturo Ui, 2011, in coproduzione con Teatro di Roma, premio ANCT come spettacolo dell’anno; Il ratto d’Europa, in coproduzione con Teatro di Roma, 2013; la trilogia Istruzioni per non morire in pace: Patrimoni, Rivoluzioni, Teatro, in coproduzione con il Teatro della Toscana, 2016; La classe operaia va in paradiso, 2018; La commedia della vanità, in coproduzione con Teatro di Roma, Teatro della Toscana e LAC, 2019; Il peso del mondo nelle cose, su drammaturgia di Alejandro Tantanian, 2020). Ha a lungo collaborato con Edoardo Sanguineti, dirigendo tra l’altro la prima messa in scena italiana integrale di Storie Naturali (Bologna, 2005).

Dal 1o gennaio 2017 al 30 novembre 2020 è stato direttore artistico di Emilia Romagna Teatro Fondazione.

Ha ideato e curato progetti di formazione pubblico per il Teatro di Roma (1994-1999), per il Teatro Due di Parma (2006-2009), per ERT (2015-2016). Ha collaborato ai progetti di formazione pubblico del Piccolo Teatro di Milano (2000-2002). A partire dal febbraio 2011, in qualità di rappresentante di ERT Fondazione, è entrato a far parte del gruppo internazionale di ricerca collegato al Progetto di cooperazione teatrale Prospero. Finanziato dalla Commissione Cultura dell’Unione Europea, tale progetto collegava tra loro il Théâtre Nationale de Bretagne di Rennes (Francia), il Théâtre de la Place di Liège (Belgio), Emilia Romagna Teatro Fondazione di Modena (Italia), la Schaubühne am Lehniner Platz di Berlino (Germania), la Fundação Centro Cultural de Belém di Lisbona (Portogallo) e il Tutkivan Teatterityön Keskus di Tampere (Finlandia) con lo scopo di favorire la mobilità degli artisti e delle loro creazioni, così come l’incontro e il proficuo scambio tra diverse tradizioni sceniche.

Dal 2008, ha iniziato a ideare, organizzare e gestire progetti teatrali a base partecipata: Shakespeare è un pezzo di carbone? (ERT Fondazione: 2008-2010); Omaggio a Koltès (Teatro di Roma, 2009); La resistibile ascesa di Arturo Ui (ERT Fondazione, 2011); Il ratto d’Europa: per un’archeologia dei saperi comunitari (ERT Fondazione – Teatro di Roma, Modena 2011-2014, Roma 2012-2014, premio speciale UBU 2013); Beni comuni. Un teatro partecipato per una cultura condivisa (ERT Fondazione-ATER-Comune di Carpi, su finanziamento MIBACT, 2014); Carissimi Padri: almanacchi dalla Grande Pace (1900-1915) (ERT Fondazione – Teatro della Toscana, Modena 2015-2016, Firenze 2016-2017).

L’impegno teatrale di Longhi si è anche manifestato nel campo della pedagogia dell’attore: tra il 2005 e il 2015 ha insegnato Storia del teatro presso la Scuola del Piccolo Teatro di Milano; nel 2004 ha partecipato in qualità di docente alla “Scuola di perfezionamento per registi e attori” diretta da Luca Ronconi presso il Centro Teatrale di Santa Cristina; tra il 2013 e il 2014 è stato direttore didattico e coordinatore del Corso di alta formazione artistica Raccontare il territorio di ERT Fondazione e CUBEC-Accademia di Belcanto, in collaborazione con l’Accademia Filarmonica di Bologna. Dal giugno del 2015 al novembre del 2020 è stato Direttore della “Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro – Laboratorio permanente per l’attore” di ERT Fondazione. Nell’ottobre 2016, per conto di ERT Fondazione, ha organizzato e gestito il progetto internazionale di pedagogia teatrale: At the Prospero’s School. Actors in the global net.

Oltre cento le sue pubblicazioni riguardanti la storia della regia, la storia dell’attore, l’evoluzione della drammaturgia contemporanea e il sistema teatrale italiano. Tra i tanti titoli si ricordano: le monografie La drammaturgia del Novecento: tra romanzo e montaggio (1999), L’«Orlando furioso» di Ariosto-Sanguineti per Luca Ronconi (2006, Segnalazione Speciale – Premio Zevio Ferrigno – nell’ambito del Premio Nazionale Letterario di Pisa), Marisa Fabbri: lungo viaggio attraverso il teatro di regia (2010); i contributi in atti di convegno quali La naissance de la mise en scène et l’“opéra”: le marché, la direction d’orchestre et la dramaturgie musicale (1831-1848) (2009), Un “oppositore” al potere: Luigi Squarzina direttore di teatri stabili (2013), o i saggi su alcune delle più prestigiose riviste italiane e internazionali quali: «Culture Teatrali» (La tentazione del «Portrait», ovvero la scena della memoria secondo Lagarce, 2013; «L’unico responsabile sono io»? Appunti di regia, ricordando Luca Ronconi (Quasi un’introduzione), 2016; Natura facit saltus. Della Pandemia e dell’Europa, tra passato e futuro, 2020; ha curato anche il XXV annale della rivista, dal titolo La regia in Italia, oggi: per Luca Ronconi, 2016), «Teatro e Storia» (Lettera da Avignone per «Papperlapapp», 2010), «Acting Archives» (Il romanzo dell’École des Maîtres: elementi di pedagogia teatrale secondo Franco Quadri, à la manière de Jarry, 2014), «Drammaturgia» (Sul «Prometeo incatenato». Tragedia dello sguardo e anatomie del tempo: considerazioni di regia, 2014) o «Europe» (Pour une critique postmoderne à la notion de postmodernité: sur le théâtre de Jean-Luc Lagarce, 2010).

Da giugno 2010 è membro del comitato scientifico della rivista «Teatro e Antropologia», tra il 2011 e il 2014 è stato membro del comitato editoriale della rivista «Prospero European Review. Theatre and Research»; da luglio 2012 è membro del comitato scientifico della rivista «Drammaturgia», nuova serie; da settembre 2015 è responsabile di redazione della rivista «Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo»; nel 2017 rientra a far parte della giuria del “Premio Riccione per il Teatroˮ, presieduta da F. Paravidino. Dal 2018 è socio ordinario di EASTAP, European Association for the Study of Theatre and Performance, e dal 2020 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna.

Frequente la sua presenza a convegni internazionali (“Comédiens-auteurs, comédiens-poètes; Angleterre, Espagne, Italie, France, 16e-17e siècles”, Paris, 2012; “Le théâtre et ses publics: la création partagée / Theatre and audiences: a shared creation”, Liège, 2012; “Luca Ronconi: maître d’un théâtre sans limites”, Paris, 2016; “Décentrer notre vision de lʼEuropeˮ, EASTAP, Paris, 2018; “Shared memory(ies)ˮ, EASTAP, Lisbon, 2019). Ha curato, con Daniele Vianello, il III convegno internazionale EASTAP “Creating for the stage and other spaces: Questioning Practices and Theories”, che avrebbe dovuto svolgersi a Bologna dal 27 febbraio al 1° marzo 2020 ma è stato poi cancellato a causa dell’emergenza Covid-19.

È curatore, con Gerardo Guccini e Rossella Mazzaglia, di In prospettiva. Dialoghi sul teatro, ciclo di incontri online che danno voce ad artisti, studiosi, operatori del mondo dello spettacolo dal vivo per interrogarsi sul ruolo delle arti performative al tempo del Coronavirus e nella fase post-pandemica (giugno-dicembre 2020).

Nel 2021 è entrato a far parte del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei cento anni dalla nascita di Luigi Squarzina (1922-2022) e del Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della morte di Carlo Porta (1821-2021), mentre nel 2023 dei Comitati Nazionali per le celebrazioni dei cento anni dalla nascita di Giovanni Testori (1923-2023) e di Gianfranco De Bosio (1924-2024).
Al 2021 data il suo ingresso nel Comitato Scientifico dei Dialoghi di Vita Buona della Curia Arcivescovile di Milano. Dal 2022 è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, così come del Comitato Scientifico della collana “Costellazione Sanguineti” del Centro Interuniversitario “Edoardo Sanguineti” (Università degli Studi di Torino), nonché della giuria del Premio drammaturgico internazionale Carlo Annoni.
Nel 2023 è stato cooptato come Socio Corrispondente dell’Accademia dei Lincei per la Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche.
 

La Fondazione

© Masiar Pasquali

La Fondazione


Organi sociali


Membri Fondatori
Comune di Milano
Regione Lombardia

Membro Sostenitore
Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi

Consiglio Generale
Giuseppe Sala
Sindaco di Milano

Attilio Fontana
Presidente Regione Lombardia

Carlo Sangalli
Presidente Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi

Consiglio di Amministrazione
Presidente
Piergaetano Marchetti

Consiglieri
Giulia Amato
Enrico Brambilla
Emanuela Carcano
Massimiliano Finazzer Flory
Antonino Geronimo La Russa

Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Luca Marchioro

Revisori dei Conti
Alessandro Cafarelli
Martino Bruno Gola

Direttore Generale
Lanfranco Li Cauli

Direttore Artistico
Claudio Longhi
 



ATTO COSTITUTIVO

STATUTO

 

Politica per la Qualità

Politica per la Qualità


La Scuola di Teatro Luca Ronconi della Fondazione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa è una scuola di alto perfezionamento per attrici e attori conosciuta in tutto il mondo. È unica nel territorio lombardo a essere legata a un teatro di produzione di vocazione internazionale e interdisciplinare, caratteristiche che la rendono un polo culturale cittadino, regionale ed europeo.
 

La Direzione della Fondazione dispone l’adozione di un sistema di gestione per la qualità conforme alla norma UNI EN ISO 9001:2015 per le attività di progettazione ed erogazione di servizi per la formazione di attrici e attori professionisti nel campo teatrale, cinematografico e televisivo.


Le linee guida della scuola sono:

  • offrire alle allieve e agli allievi il miglior servizio possibile, caratterizzato da interdisciplinarità, scambio costante tra aula e palcoscenico ed attenzione a ciò che chiede il mercato;
  • rispettare gli impegni che assume, i requisiti cogenti, quelli richiesti da allieve, allievi e parti interessate;
  • agire in conformità ai principi indicati nella norma citata, mantenere operante il sistema di gestione per la qualità e migliorarne continuamente l’efficacia;
  • coinvolgere nelle attività di formazione professionalità prestigiose a livello nazionale e internazionale in grado di cogliere le novità e di facilitare lo sviluppo del talento delle allieve e degli allievi;
  • applicare in tutte le sue attività il principio dell’identificazione e gestione preventiva dei fattori di rischio e opportunità.


Attraverso il Sistema di gestione per la qualità, la Direzione intende garantire i propri interlocutori che tutto quanto accade sia pianificato e sottoposto a valutazione. Si prefigge inoltre i seguenti obiettivi:

  1. Perseguire la piena soddisfazione delle allieve e degli allievi;
  2. Soddisfare le esigenze e le aspettative di tutte la parti interessate identificate;
  3. Mantenere l’accreditamento regionale come ente che eroga servizi di formazione in Lombardia;
  4. Facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro delle proprie allieve e dei propri allievi;
  5. Continuare a rappresentare un centro di attrazione per chiunque voglia affrontare con serietà il mestiere dell’attore.


Tutte le persone che operano nella Scuola si devono ritenere impegnate ad agire in conformità con le regole descritte nella documentazione del sistema di gestione per la qualità. Il contenuto di questo documento è divulgato a tutti i livelli organizzativi. È inoltre disponibile a chiunque ne faccia richiesta e pubblicato sul sito. La Direzione, conferma l’incarico di Responsabile Gestione Qualità (RGQ) alla Sig.ra Roberta Zanoli.

 

Il Direttore della Fondazione: Claudio Longhi
Il Direttore della Scuola: Claudio Longhi
Il Responsabile Gestione Qualità: Roberta Zanoli

La Scuola di Teatro Luca Ronconi

La Scuola di Teatro Luca Ronconi


Fondata nel 1987 da Giorgio Strehler e diretta da Luca Ronconi fino alla sua morte (2015), la Scuola di Teatro Luca Ronconi svolge la sua attività in unità organica con il Piccolo. 


Nel Decreto 27 luglio 2017 del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, è riconosciuta l’autonomia e la funzione internazionale del Piccolo che, unico fra tutti i Teatri Nazionali, ha l’obbligo di essere dotato di una scuola di teatro di alto perfezionamento, strettamente connessa al teatro e individuata come parte integrante dell’attività dell’istituzione stessa.


Riconosciuta come eccellenza internazionale nell’ambito della formazione per l’attore, la Scuola ha tra le sue peculiarità quella di coinvolgere gli allievi durante il periodo di formazione negli spettacoli di produzione del Piccolo, garantendo un continuo e proficuo scambio tra aula e palcoscenico.
La Scuola “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano realizza un unico corso triennale per attrici/attori a tempo pieno (8 ore al giorno per un totale di circa 4.500 ore di lezione) e un numero massimo di allieve/i che varia dai 20 ai 24 partecipanti. La Scuola è completamente gratuita.
La frequenza è obbligatoria. La mancata frequenza del 25% del monte ore annuale comporta l’allontanamento dalla Scuola. Le allieve e gli allievi sono tenute/i al rispetto delle regole contenute in un estratto del Regolamento di Palcoscenico, sottoscritto al momento dell’iscrizione al Corso.

Per accedere alla Scuola è necessario:

  • essere in possesso del diploma di scuola secondaria superiore
  • avere un’età compresa tra 18 e 25 anni
  • avere una buona conoscenza della lingua italiana


Non è necessaria alcuna esperienza teatrale pregressa.
Per accedere al corso le aspiranti allieve e gli aspiranti allievi devono superare un esame di ammissione (audizioni), per il quale è richiesto un contributo per le spese di segreteria. Gli esami di ammissione si svolgono ogni 3 anni e sono regolati da un bando. Il prossimo bando per le selezioni del triennio 2027/2030 sarà pubblicato nella primavera 2027. 


La Scuola è accreditata presso Regione Lombardia, rientrando nell’Albo regionale degli operatori per servizi di formazione e istruzione professionali-Regione Lombardia.

 

La Storia e i Corsi

 

 

I CORSI
Ogni corso prende il nome di una grande personalità del Teatro Moderno:

1° - 1987/1990 corso Jacques Copeau
650 candidati, ammessi 31 allievi, diplomati 30:
Sara Alzetta, Sonia Bergamasco, Giorgio Bongiovanni, Paolo Calabresi, Maria Gabriella Campanile, Umberto Carmignani, Marta Comerio, Luca Criscuoli, Leonardo De Colle, Gaia De Laurentiis, Stefano de Luca, Simona Fais, Simona Ferraro, Mario Guariso, Stefano Guizzi, Sergio Leone, Nicoletta Maragno, Sara Masini, Paola Morales, Claudia Negrin, Ilaria Onorato, Laura Pasetti, Mace Perlman, Rossana Piano, Stefano Quatrosi, Marica Roberto, Victoria Salvador Villalba, Maria Teresa Sintoni, Laura Torelli, Silvano Torrieri
saggio finale: Arlecchino servitore di due padroni

2° - 1990/1993 corso Eleonora Duse
440 candidati, ammessi 19 allievi, diplomati 18:
Paola Benocci, Vincenzo Bocciarelli, Francesco Maria Cordella, Margherita Di Rauso, Cristina Ferrajoli, Pia Lanciotti, Maxmilian Mazzotta, Alessandro Mor, Maximilian Nisi,  Rinaldo Rocco, Patrizia Romeo, Paola Roscioli, Luca Scaglia, Giorgia Senesi, Maria Grazia Solano, Marina Sorrenti, Maria Egle Spotorno, Matteo Verona
saggio finale: Storie di Teatro 1&2

3° - 1993/1996 corso Konstantin Stanislavski
420 candidati, ammessi 25 allievi, diplomati 15:
Massimiliano Andrighetto, Roberto Andrioli, Biancamaria D’Amato, Giovanna Di Rauso, Marco Fubini, Ugo Giacomazzi, Alessandra Gigli, Diego Gueci, Mercedes Martini, Giulia Mombelli, Michele Nani, Carmen Panarello, Andrea Riva De Onestis, Silvia Soncini, Debora Zuin
saggio finale: Gli Orazi e i Curiazi

4° - 1996/1999 corso Louis Jouvet
560 candidati, ammessi 26 allievi, diplomati 24:
Elena Arvigo, Matteo Reza Azchirvani, Claudia Carlone, Serena Cazzola, Pierlugi Corallo, Luigi Distinto, Barbara Esposito, Elena Ferrari, Emanuele Fortunati, Giuseppe Fraccaro, Francesco Guidi, Francesca Inaudi, Francesco Italiano, Annachiara Mantovani, Tommaso Minniti, Candida Nieri, Enrico Petronio, Christian Poggioni, Michele Radice, Annamaria Rossano, Nicole Vignola, Lorenzo Volpi Lutteri, Greta Zamparini, Sara Zoia
saggio finale: Alla ricerca di tre sorelle

5° - 1999/2002 corso Vsevolod Mejerchold
511 candidati, ammessi 24 allievi, diplomati 24:
Federica Armillis, Benedetto Bianchi, Luca Carboni, Maurizio Ciccolella, Pasquale Di Filippo, Raffaele Esposito, Laura Gambarin, Rossana Giordano, Giada Lorusso, Diana Manea, Marco Mattiuzzo, Stefano Moretti, Nicola Orofino, Valentina Picello, Angela Rafanelli, Erika Renai Cappelli, Chiara Rivoli, Vladimiro Russo, Irene Serini, Mirko Soldano, Chiara Stoppa, Simone Toni, Sara Tosi, Francesco Vitale
saggio finale: Il gabbiano - Esercizi di volo

6° - 2002/2005 corso Sergio Tofano
850 candidati, ammessi 27 allievi, diplomati 26:
Alice Bachi, Valentina Bartolo, Marco Brinzi, Fausto Cabra, Angelo Campolo, Federica Castellini, Gabriele Ciavarra, Mirko Ciotta, Giorgio Consoli, Luigi Di Pietro, Tiziano Ferrari, Luca Fiorino, Maddalena Gessi, Michele Giaquinto, Silvia Grande, Silvia Masotti, Ilenia Porcarelli, Matteo Romoli, Camillo Rossi Barattini, Giorgio Sangati, Caterina Simonelli, Rosanna Sparapano, Giulia Valenti, Jacopo Veronese, Emilio Zanetti, Camilla Zorzi
saggio finale: I soldati

7° - 2005/2008 corso Bertolt Brecht
1160 candidati, ammessi 28 allievi, diplomati 27:
Ivan Alovisio, Caterina Bajetta, Emanuele Banchio, Clio Cipolletta, Ettore Colombo, Andrea Coppone, Silvia Degrandi, Laura Dell'Albani, Gabriele Falsetta, Marcella Favilla, Elisabetta Fusari, Paolo Garghentino, Andrea Germani, Andrea Luini, Fabrizio Martorelli, Antonio Mingarelli, Beatrice Niero, Luca Nucera, Eugenio Olivieri, Silvia Pernarella, Stella Piccioni, Silvia Pietta, Francesca Puglisi, Nicol Quaglia, Riccardo Ripani, Giuseppe Sartori, Camilla Semino Favro
saggio finale: Rose d'autunno

8° - 2008/2011 corso Evgenij Vachtangov 
920 candidati, ammessi 32 allievi, diplomati 32:
Maria Blandolino, Sebastiano Bottari, Nastassia Calia, Carolina Cametti, Lisa Capaccioli, Valentina Cardinali, Walter Cerrotta, Martin Chishimba, Nicola Ciaffoni, Paola Crisostomo, Pierpaolo D'Alessandro, Matteo De Mojana, Marco Di Giorgio, Dora Di Mauro, Lorenza Fantoni, Ilaria Fratoni, Mauro Lamantia, Katia Mirabella, Davide Paciolla, Matthieu Pastore, Riccardo Pumpo, David Remondini, Filippo Renda, Federica Rosellini, Jeane Santos, Mattia Sartoni, Elisabetta Scarano, Ivan Senin, Laura Serena, Simone Tangolo, Anahì Traversi, Valentina Violo
saggio finale: Soggetto per un breve racconto Commedia senza titolo

9° - 2011/2014 corso Jean Louis Barrault
871 candidati, ammessi 30 allievi, diplomati 29:
Letizia Bravi, Valeria de Santis, Francesca Del Fa, Lorenzo Demaria, Elisa Fedrizzi, Maria Laila Fernandez, Domenico Florio, Ruggero Franceschini, Claudia Gambino, Davide Domenico Gasparro, Federica Gelosa, Gilberto Giuliani, Giusy Emanuela Iannone, Linda Macchi, Simone Marconi, Lucia Marinsalta, Lorenzo Massa, Federico Meccoli, David Amadeus Meden, Sylvia Katrina Milton, Daniele Molino, Maria Laura Palmeri, Nicolò Parodi, Andrea Preti, Livio Santiago Remuzzi, Roberta Rigano, Francesca Tripaldi, Giulia Vecchio, Marouane Zotti
saggio finale: Tre sorelle allo Studio

10° - 2014/2017 corso Luchino Visconti
936 candidati, ammessi 28 allievi, diplomati 28:
Giuseppe Aceto, Alessandro Bandini, Roberta Bonora, Alfonso De Vreese, Aurelio Di Virgilio,Salvatore Drago, Caterina Filograno, Ugo Fiore, Matteo Gatta, Valentina Ghelfi, Yasmin Karam, Leda Kreider, Marta Malvestiti, Viola Marietti, Marica Mastromarino, Cristina Nurisso, Benedetto Patruno, Claudio Pellerito, Matteo Principi, Marco Risiglione, Elena Rivoltini, Walter Rizzuto, Livia Rossi, Martina Sammarco, Francesco Santagada, Jacopo Sorbini, Sacha Trapletti, Annapaola Trevenzuoli
saggio finale: Uomini e no

11° - 2017/2021 corso Giorgio Strehler
1066 candidati, ammessi 26 allievi, diplomati 26:
Catherine Bertoni, Gabriele Brunelli, Monica Mihaela Buzoianu, Flavio Capuzzo Dolcetta, Leonardo Castellani, Giulia Heathfield Di Renzi, Giovanni Drago, Anna Godina, Claudia Grassi, Jonathan Lazzini, Lucia Limonta, Sebastian Luque Herrera, Anna Manella, Alberto Marcello, Francesco Maruccia, Marco Mavaracchio, Francesca Osso, Antonio Perretta, Alberto Pirazzini, Roberta Ricciardi, Paolo Rovere, Aurora Spreafico, Emilia Tiburzi, Giacomo Toccaceli, Simone Tudda, Beatrice Verzotti
saggio finale: Doppio sogno

12° - 2021/2024 corso Claudia Giannotti
977 candidati, ammessi 24 allievi, diplomati 24:
Giacomo Antonio Maria Albites Coen, Andrea Bezziccheri, Agnese Sofia Bonato, Clara Bortolotti, Stefano Carenza, Bianca Castanini, Simone Pietro Causa, Giada Francesca Ciabini, Miruna Cuc, Simona De Leo, Silvia Di Cesare, Daniele Di Pietro, Marco Divsic, Ion Donà, Ioana Miruna Drajneanu, Cecilia Fabris, Joshua Isaiah Maduro, Pasquale Montemurro, Sofia Amber Redway, Edoardo Sabato, Caterina Sanvi, Pietro Savoi, Simone Severini, Lorenzo Vio
saggio finale: Sogno di una notte di mezza estate (commento continuo)

13° - 2024/2027 (in attività) corso Luca Ronconi
881 candidati, ammessi 24 allievi e 2 uditori:
Samuele Cattaneo, Salvatore Celauro, Desideria Cucchiara, Emanuele De Barbieri, Anna Falco, Gaia Fecarotta, Francesco Fontana, Walter Franci, Aurora Leuzzi, Isabella Loi, Mimì Dario Marchianò, Allegra Micaglio, Tommaso Moggi, Matteo Monai, Rachid Morchad, Giulia Moro, Francesco Maria Nigrelli, Laura Palmiotti, Andrea Pampanini, Gabriele Peirani, Arianna Regina, Alba Tisano, Tarek Tomei, Federica Verani.
Uditori: Issouf Montell Kone,  Veronika Lukyanenko.
 

Foto © Attilio Marasco

 

Nel tuo Piccolo puoi fare tanto!

Scopri come sostenerci