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Paolo Grassi

Paolo Grassi nasce a Milano nel 1919 da una famiglia pugliese originaria di Martina Franca (Taranto). Animato fin da giovanissimo da una profonda passione per il teatro, a soli diciotto anni è già “vice critico” del “Sole” di Milano e collabora con diverse riviste giovanili. Nel 1937 inizia a lavorare come regista teatrale con l’allestimento dello spettacolo Bertoldissimo. Trasferitosi al seguito della “Compagnia della Commedia” diretta da Gian Maria Cominetti, sviluppa doti di critico, saggista e operatore teatrale. Nel 1940 è l’organizzatore della compagnia Ninchi-Dori-Tumiati, con la quale porta sulle scene italiane La cena delle beffe di Sem Benelli. L’anno successivo fonda il gruppo d’avanguardia “Palcoscenico” – di cui fanno parte, come attori, Giorgio StrehlerMario Feliciani e Franco Parenti – con i quali rappresenta molti autori contemporanei, da Rebora a Treccani, da Pirandello a O’Neill, a Čechov, puntando a una radicale innovazione della drammaturgia.

Nel dicembre del 1941 Paolo Grassi è chiamato alle armi e torna a occuparsi di teatro e cultura solo nel 1944 dirigendo le collane teatrali delle case editrici Rosa & Ballo e Poligono, dopo aver partecipato alla Resistenza nei ranghi della militanza socialista. Dalla Liberazione fino al marzo del 1947, Grassi è critico teatrale e redattore dell’“Avanti!”, esperienza attraverso la quale matura la convinzione di creare un teatro stabile a gestione pubblica.

Nel 1947 fonda e dirige al fianco di Giorgio Strehler il Piccolo Teatro, il primo teatro stabile ed ente comunale di prosa in Italia, inaugurato il 14 maggio con la messa in scena dell’Albergo dei poveri di Maksim Gorkij: è la nascita non di un semplice teatro, ma di un organismo che crede all’impegno sociale, alla coscienza etica, alla maturità civile del fare spettacolo, un “Teatro d’Arte per Tutti”.

Paolo Grassi rimane alla direzione del Piccolo per venticinque anni fino al maggio 1972, senza trascurare la produzione editoriale, come la direzione della “Collezione di teatro” con Gerardo Guerrieri per Einaudi e il costante lavoro sulla collana “Documenti di teatro” dell’editore Cappelli con Giorgio Guazzotti. Nel dopoguerra Grassi coglie e si fa interprete dell’esigenza di un radicale rinnovamento delle strutture teatrali nazionali, sostenendo la creazione di Teatri municipali intesi come servizio pubblico, con un repertorio di alto livello culturale, la cui funzione principale sia quella di avvicinare al teatro anche i ceti più popolari.

Il primo obiettivo di Grassi è quello di sviluppare un processo di adeguamento della cultura e del teatro italiano in ottica europea. Sensibile alle esigenze della città di Milano, nel 1958 contribuisce alla riapertura del Teatro Gerolamo promuovendovi una scena sperimentale. Oltre agli spettacoli prodotti nella storica sala di via Rovello, Grassi riapre il Teatro Lirico ai grandi spettacoli di prosa, inventa la rassegna internazionale “Milano Aperta”, stimola il Comune in una impegnativa operazione di decentramento culturale con i tendoni del Teatro Quartiere.

Nel 1972 è chiamato alla sovrintendenza del Teatro alla Scala: prende così il via uno stretto lavoro di squadra con Massimo Bogianckino e Claudio Abbado, il cui impegno comune è quello di riportare l’istituzione milanese al massimo livello artistico e di riavvicinarla alla città e alla Regione Lombardia, in stretto dialogo con le forze della cultura, gli studenti e le realtà produttive. Tra le tante iniziative, Paolo Grassi è il primo sovrintendente ad allacciare rapporti culturali con l’Unione Sovietica, il Giappone e il Nord America.

Nel gennaio 1977 lascia Milano alla volta di Roma dove è Presidente della Rai-Tv per tre anni, mandato che trascorre non senza alcune polemiche dovute alla rigorosa applicazione dei suoi principi culturali. In seguito, è nominato Presidente della Rai-Corporation e Presidente del Gruppo editoriale Electa, dove riprende con grande passione l’attività editoriale.

A Paolo Grassi va riconosciuto un determinante contributo anche a molte iniziative culturali di cui è stato promotore e stimolatore: è stato Presidente della Sezione Italiana dell’ITI (Istituto Internazionale del Teatro), Presidente dei David di Donatello, Presidente onorario del Premio Dino Ciani e membro della Commissione italiana dell’UNESCO. Per i suoi meriti artistici ha ricevuto negli anni numerose onorificenze italiane e straniere: Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana; la Legion d’Onore, l’Ordine Arts et Lettres e l’Ordre National du Merite, conferitegli dal Governo francese; la Gran Croce al Merito della Repubblica Federale, conferitagli dal Governo tedesco.

Paolo Grassi muore a Londra nel 1981, nel corso di un intervento chirurgico al cuore.