Una roulotte solitaria abitata da due creature meccaniche, iperrealistiche, solo apparentemente vive. Uno spazio bianco come un deserto di sale o un iceberg alla deriva. Il nuovo lavoro di Federica Rosellini ruota attorno a una delle icone più discusse del panorama musicale e culturale: Marilyn Manson.
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Teatro Studio Melato
Dopo Carne Blu, in scena al Piccolo nel 2022, Federica Rosellini – due volte Premio Ubu – torna al Teatro Studio Melato con un nuovo lavoro di cui è autrice, regista e performer. «Due anni fa faccio un sogno», scrive nelle note di regia. «Sono più piccola, ho i capelli più corti, sono seduta sul mio letto. Dalla porta entra Marilyn Manson e mi chiede di sposarlo. Io inizio a pugnalarlo al cuore, ma lui non perde sangue, non muore». Un anno dopo, lo stesso sogno: al posto di Manson, Koshei il Mago Immortale, figura del folclore russo.
Ho sposato Marilyn Manson parte da qui. Da una roulotte solitaria e una tenda da campeggio in cui vivono una bambina di sette anni e Marilyn Manson: creature meccaniche, iperrealistiche, solo apparentemente vive, entrambe interpretate da una sola performer, che ha gli stessi lineamenti della bambina. Una triangolazione che fa esplodere i tempi e moltiplica le linee della narrazione e dei possibili rispecchiamenti, permettendo un corpo a corpo fra i personaggi: tutti e tre abitano uno spazio bianco come un deserto di sale o come un iceberg alla deriva, un cul-de-sac della memoria.
«Seguiamo le abitudini di Marilyn Manson e della bambina – continua – quelle di ogni giorno, la loro routine strana, strampalata e tenera che ha il sapore malinconico di alcune illustrazioni di Shaun Tan, l’eccesso proliferante dei mondi di Miyazaki e la sensibilità nera dei personaggi di Tim Burton. Ma è solo l’inizio.»
Duration: spettacolo in allestimento
Dopo Carne Blu, in scena al Piccolo nel 2022, Federica Rosellini – due volte Premio Ubu – torna al Teatro Studio Melato con un nuovo lavoro di cui è autrice, regista e performer. «Due anni fa faccio un sogno», scrive nelle note di regia. «Sono più piccola, ho i capelli più corti, sono seduta sul mio letto. Dalla porta entra Marilyn Manson e mi chiede di sposarlo. Io inizio a pugnalarlo al cuore, ma lui non perde sangue, non muore». Un anno dopo, lo stesso sogno: al posto di Manson, Koshei il Mago Immortale, figura del folclore russo.
Ho sposato Marilyn Manson parte da qui. Da una roulotte solitaria e una tenda da campeggio in cui vivono una bambina di sette anni e Marilyn Manson: creature meccaniche, iperrealistiche, solo apparentemente vive, entrambe interpretate da una sola performer, che ha gli stessi lineamenti della bambina. Una triangolazione che fa esplodere i tempi e moltiplica le linee della narrazione e dei possibili rispecchiamenti, permettendo un corpo a corpo fra i personaggi: tutti e tre abitano uno spazio bianco come un deserto di sale o come un iceberg alla deriva, un cul-de-sac della memoria.
«Seguiamo le abitudini di Marilyn Manson e della bambina – continua – quelle di ogni giorno, la loro routine strana, strampalata e tenera che ha il sapore malinconico di alcune illustrazioni di Shaun Tan, l’eccesso proliferante dei mondi di Miyazaki e la sensibilità nera dei personaggi di Tim Burton. Ma è solo l’inizio.»
Duration: spettacolo in allestimento
Credits
Ho sposato Marilyn Manson
di Federica Rosellini
scenografia e creature meccaniche Paola Villani
costumi Simona D’Amico
sound design Gup Alcaro
aiuto regia Elvira Berarducci
altri collaboratori in via di definizione
drammaturgia, regia e performer Federica Rosellini
management Vittorio Stasi
direzione generale Maria Laura Rondanini
produzione Cardellino Srl
con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”
in collaborazione con Comune di Pesaro e AMAT
Per informazioni su biglietti e abbonamenti per il pubblico organizzato:
tel. 02 72333216
mail promozione.pubblico@piccoloteatromilano.it