Durata: 2 ore senza intervallo

Federico Tiezzi affronta, attraverso l’opera di Goethe, il grande mito di Faust. L’autore vi lavorò per sei decenni, dal 1772 al 1831, costruendo un’opera monumentale intorno alla figura del medico e mago cinquecentesco. Attraverso Goethe, questo personaggio, che aspira alla totalità della conoscenza e all’eterna giovinezza, è divenuto parte dell’immaginario collettivo della cultura occidentale, oltre che simbolo della crisi della coscienza e dell’anima dell’uomo contemporaneo.
Nella prima parte, quella presa in esame dallo spettacolo, è centrale la figura di Mefistofele, che si pone come il doppio speculare di Faust, il suo alter ego e, freudianamente, la proiezione del suo inconscio. Federico Tiezzi ritrova (come già in Freud e l’interpretazione dei sogni di Stefano Massini, nella Signorina Else di Arthur Schnitzler e in Antigone di Sofocle) un tema a lui molto congeniale: la crisi della soggettività, dell’individuo, la crisi dell’io nel suo rapporto con la realtà. Allo stesso tempo lo spettacolo ci parla del rapporto conflittuale tra l’intellettuale, stanco di teorizzare e di lavorare sulle idee, e la realtà, il mondo fisico e biologico, sentimentale ed emotivo, che gli sfugge. E ci parla delle dinamiche del desiderio e del sentimento.
Piccolo Teatro Grassi
dal 18 febbraio all’1 marzo 2020
Scene da Faust
di Johann Wolfgang Goethe
versione italiana Fabrizio Sinisi
regia e drammaturgia Federico Tiezzi
scene e costumi Gregorio Zurla
luci Gianni Pollini
regista assistente Giovanni Scandella
coreografo Thierry Thieû Niang
canto Francesca Della Monica
con Sandro Lombardi, Marco Foschi e Leda Kreider
e con Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Nicasio Catanese, Valentina Elia, Fonte Fantasia, Francesca Gabucci, Ivan Graziano, Luca Tanganelli
produzione Teatro Metastasio di Prato, Compagnia Lombardi-Tiezzi
in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana/Manifatture Digitali Cinema Prato
e Teatro Laboratorio della Toscana/Associazione Teatrale Pistoiese