Artista multicentrico e quasi irriconosciuto in vita, nei modi propri del secondo Novecento teatrale italiano, Antonio Neiwiller va acquisendo una nuova dimensione profetica soprattutto fra chi non ne ha mai direttamente conosciuto l’umanità e il suo valore di Poeta.
Teatro Grassi
Nel trentennale della scomparsa fisica di Antonio Neiwiller (Napoli, 9 marzo 1948 – Roma, 9 novembre 1993), un’occasione di ricordo e di racconto per l’uomo e per l’artista. Le tracce lasciate e tralasciate di parole, pensiero, iconografia fissa e in movimento, testimoniano un’opera poliedrica in costante divenire, evocando il rimpianto di enormi potenzialità che il destino ha reso parzialmente inespresse. Il Brecht e il Petito degli esordi, i profondamente ispirazionali Tadeus Kantor con La classe morta e Hans Magnus Enzensberger con La fine del Titanic, gli amatissimi Klee a Pessoa per evocativa rarefazione di segni e molteplici inquietudini verbali, l’autoaffermazione politica di identità rivoluzionaria di Joseph Beuys innervata dal suono del sax libero e progressivo di Steve Lacy, fino all’interrotta Trilogia della vita inquieta dedicata a Pasolini/Majakovskij/Tarkovskij.
Insieme a Neiwiller vari maestri, compagni e discepoli di strada e di scena ovvero di vita, fra i quali Renato Carpentieri, Igina Di Napoli, Cesare Accetta, Tonino Taiuti, poi Mario Martone con Andrea Renzi e Loredana Putignani, Leo De Berardinis con Toni Servillo, Enzo Moscato. Ma l’ipotesi negata è quella di una vita immaginaria di Antonio Neiwiller formidabile presenza sullo schermo, limitata nella realtà alle sole impressionanti epifanie suscitate da Martone in Morte di un matematico napoletano e da Nanni Moretti in Caro Diario nonché al fantasmatico Il monologo de L’altro sguardo, estrema testimonianza pressoché in articulo mortis filmata da Rossella Ragazzi.
Durata: 85’ senza intervallo
Nel trentennale della scomparsa fisica di Antonio Neiwiller (Napoli, 9 marzo 1948 – Roma, 9 novembre 1993), un’occasione di ricordo e di racconto per l’uomo e per l’artista. Le tracce lasciate e tralasciate di parole, pensiero, iconografia fissa e in movimento, testimoniano un’opera poliedrica in costante divenire, evocando il rimpianto di enormi potenzialità che il destino ha reso parzialmente inespresse. Il Brecht e il Petito degli esordi, i profondamente ispirazionali Tadeus Kantor con La classe morta e Hans Magnus Enzensberger con La fine del Titanic, gli amatissimi Klee a Pessoa per evocativa rarefazione di segni e molteplici inquietudini verbali, l’autoaffermazione politica di identità rivoluzionaria di Joseph Beuys innervata dal suono del sax libero e progressivo di Steve Lacy, fino all’interrotta Trilogia della vita inquieta dedicata a Pasolini/Majakovskij/Tarkovskij.
Insieme a Neiwiller vari maestri, compagni e discepoli di strada e di scena ovvero di vita, fra i quali Renato Carpentieri, Igina Di Napoli, Cesare Accetta, Tonino Taiuti, poi Mario Martone con Andrea Renzi e Loredana Putignani, Leo De Berardinis con Toni Servillo, Enzo Moscato. Ma l’ipotesi negata è quella di una vita immaginaria di Antonio Neiwiller formidabile presenza sullo schermo, limitata nella realtà alle sole impressionanti epifanie suscitate da Martone in Morte di un matematico napoletano e da Nanni Moretti in Caro Diario nonché al fantasmatico Il monologo de L’altro sguardo, estrema testimonianza pressoché in articulo mortis filmata da Rossella Ragazzi.
Durata: 85’ senza intervallo
La Locandina
Vita immaginaria di Antonio Neiwiller 1948 > 1993 > ∞
a cura di Agenzia Teatri, Associazione Assoli e Casa del Contemporaneo
Biglietti
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
Abbonamenti
Lo spettacolo non è in abbonamento
Come e dove acquistare
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Gruppi e pubblico organizzato
Per informazioni sui biglietti per il pubblico organizzato:
tel. 02 72 333 216
mail promozione.pubblico@piccoloteatromilano.it