600 ore di processo, 51 pubblici ministeri, 20.000 fotografie e video – realizzati da Dominique Pelicot alla moglie Gisèle – e 38 avvocati impegnati per raggiungere un verdetto su oltre 200 casi di stupro tramite sottomissione chimica: Milo Rau e Servane Dècle rendono omaggio alla donna diventata simbolo della lotta contro la violenza di genere.
Uno dei processi più mediatici, discussi ed emblematici del nostro tempo. Come in uno studio sociologico, ci rivela che in una città dell’Europa occidentale perfettamente “normale” – la piccola Mazan, nel sud della Francia, vicino ad Avignone – uomini del tutto “ordinari”, appartenenti a tutte le classi sociali e fasce d’età, possono essere capaci del crimine forse più estremo: lo stupro reiterato di una donna incosciente. Una donna – Gisèle Pelicot – che, tuttavia, sceglie che il processo avvenga a porte aperte: «La vergogna deve cambiare campo». È tempo di spostare il senso di colpa dalla vittima al colpevole.
Portando in scena interrogatori, arringhe e commenti attorno a questo storico dibattimento, Milo Rau e Servane Dècle firmano un potente e politico atto di memoria.
«Da una prospettiva sociologica o filosofica – commenta Rau – questo caso rappresenta uno studio empirico involontario sull’onnipresenza del patriarcato e della cultura dello stupro, che continuano a infiltrarsi nelle nostre vite nonostante decenni di campagne di sensibilizzazione, leggi sempre più severe e il successo del movimento MeToo nel dare voce alle vittime. È come se dicessimo: “Abbiamo fatto luce su un aspetto del problema, ma ce n’è un altro che resta completamente in ombra”. E non è ancora stato scalfito».
Spettacolo in lingua italiana
Lo spettacolo affronta esplicitamente il tema della violenza sessuale, pertanto se ne consiglia la visione a un pubblico adulto.
Durata: 4 ore e 15 minuti senza intervallo
Uno dei processi più mediatici, discussi ed emblematici del nostro tempo. Come in uno studio sociologico, ci rivela che in una città dell’Europa occidentale perfettamente “normale” – la piccola Mazan, nel sud della Francia, vicino ad Avignone – uomini del tutto “ordinari”, appartenenti a tutte le classi sociali e fasce d’età, possono essere capaci del crimine forse più estremo: lo stupro reiterato di una donna incosciente. Una donna – Gisèle Pelicot – che, tuttavia, sceglie che il processo avvenga a porte aperte: «La vergogna deve cambiare campo». È tempo di spostare il senso di colpa dalla vittima al colpevole.
Portando in scena interrogatori, arringhe e commenti attorno a questo storico dibattimento, Milo Rau e Servane Dècle firmano un potente e politico atto di memoria.
«Da una prospettiva sociologica o filosofica – commenta Rau – questo caso rappresenta uno studio empirico involontario sull’onnipresenza del patriarcato e della cultura dello stupro, che continuano a infiltrarsi nelle nostre vite nonostante decenni di campagne di sensibilizzazione, leggi sempre più severe e il successo del movimento MeToo nel dare voce alle vittime. È come se dicessimo: “Abbiamo fatto luce su un aspetto del problema, ma ce n’è un altro che resta completamente in ombra”. E non è ancora stato scalfito».
Spettacolo in lingua italiana
Lo spettacolo affronta esplicitamente il tema della violenza sessuale, pertanto se ne consiglia la visione a un pubblico adulto.
Durata: 4 ore e 15 minuti senza intervallo
La Locandina
Il processo Pelicot
PRIMA ITALIANA
ricerca, drammaturgia e regia Milo Rau e Servane Dècle 
drammaturgia del progetto Nastasia Griese
interpreti in via di definizione
un progetto di Wiener Festwochen | Free Republic of Vienna
in collaborazione con Festival d’Avignon
MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
in definizione
ABBONAMENTI
Lo spettacolo è fuori abbonamento
 
   
   
   
   
   
   
 
 
 
 
 
 
