Davide Carnevali scrive e dirige uno spettacolo sulla memoria, sulla possibilità di ricostruire il passato e sull’identità. Partendo dalla storia personale di un uomo che sta smarrendo la traccia della propria vita, fino a toccare la storia collettiva d’Europa: cosa accade quando non sappiamo più raccontare ciò che siamo e ciò che siamo stati?
Emil Kraepelin è lo psichiatra che, all’inizio del secolo scorso, diede nome al morbo di Alzheimer. Ma questo non è solo uno spettacolo sull’Alzheimer: è uno spettacolo sull’identità europea, la sua memoria storica e il nostro rapporto con il passato. Chi soffre di un processo di demenza degenerativa chiama le persone con nomi differenti, dimentica la funzione degli oggetti, annulla lo scorrere del tempo. Nella sua mente, dettagli reali ed elementi immaginari si fondono e si confondono, in una libera associazione che sconvolge l’organizzazione logica del mondo attraverso il linguaggio. La storia si scompone in una serie di variazioni, vere e false allo stesso tempo; la parola lascia spazio alla presenza fisica, a scapito del razionale, a vantaggio dell’immaginario. E in ciò si rivela tutto il potenziale della teatralità.
Dopo Ritratto dell’artista da morto e Limited Edition, Davide Carnevali continua la sua esplorazione dei processi che regolano le narrazioni, mettendo in luce come la Storia sia sempre una ricostruzione soggettiva del passato, che rimuove ciò che è doloroso e mantiene ciò che è conveniente ricordare.
Scritto nel 2008, Variazioni sul modello di Kraepelin è stato premiato l’anno seguente al Theatertreffen Stückemarkt di Berlino e al Premio Riccione per il Teatro; nel 2012, alle Journées de Lyon des Auteurs de Théâtre. In questi anni è stato tradotto in una decina di lingue e messo in scena in diversi teatri di tutto il mondo. È pubblicato in Italia da Einaudi.
Durata: spettacolo in allestimento
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Emil Kraepelin è lo psichiatra che, all’inizio del secolo scorso, diede nome al morbo di Alzheimer. Ma questo non è solo uno spettacolo sull’Alzheimer: è uno spettacolo sull’identità europea, la sua memoria storica e il nostro rapporto con il passato. Chi soffre di un processo di demenza degenerativa chiama le persone con nomi differenti, dimentica la funzione degli oggetti, annulla lo scorrere del tempo. Nella sua mente, dettagli reali ed elementi immaginari si fondono e si confondono, in una libera associazione che sconvolge l’organizzazione logica del mondo attraverso il linguaggio. La storia si scompone in una serie di variazioni, vere e false allo stesso tempo; la parola lascia spazio alla presenza fisica, a scapito del razionale, a vantaggio dell’immaginario. E in ciò si rivela tutto il potenziale della teatralità.
Dopo Ritratto dell’artista da morto e Limited Edition, Davide Carnevali continua la sua esplorazione dei processi che regolano le narrazioni, mettendo in luce come la Storia sia sempre una ricostruzione soggettiva del passato, che rimuove ciò che è doloroso e mantiene ciò che è conveniente ricordare.
Scritto nel 2008, Variazioni sul modello di Kraepelin è stato premiato l’anno seguente al Theatertreffen Stückemarkt di Berlino e al Premio Riccione per il Teatro; nel 2012, alle Journées de Lyon des Auteurs de Théâtre. In questi anni è stato tradotto in una decina di lingue e messo in scena in diversi teatri di tutto il mondo. È pubblicato in Italia da Einaudi.
Durata: spettacolo in allestimento
La Locandina
Variazioni sul modello di Kraepelin
testo e regia Davide Carnevali
scene Paolo Di Benedetto
costumi Gianluca Sbicca
luci Manuel Frenda
musiche Gianluca Misiti
video Riccardo Frati
regista assistente Virginia Landi
con Tommaso Ragno, Camilla Semino Favro, Simone Tangolo
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa