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Il Piccolo per la sostenibilità

© Masiar Pasquali

Il Piccolo per la sostenibilità


Mai come in questo momento il tema della sostenibilità si lega in maniera indissolubile alle politiche culturali: è con questa consapevolezza che, dopo essere stato il primo teatro in Europa ad aver aderito a New European Bauhaus – la rete culturale e interdisciplinare promossa dall’Unione Europea per favorire la diffusione di un nuovo Green Deal europeo – rafforziamo l’impegno nel fare delle nostre sale un centro propulsivo di una cultura della sostenibilità.
 

Sostenibilità intesa nella sua accezione più ampia, nel suo essere in relazione “tra ambiente, economia e società” e, quindi, ugualmente votata all’accessibilità e all’inclusione.


Diverse e articolate le iniziative che portiamo avanti in questo senso: a livello strutturale, attraverso un progressivo adeguamento dei nostri spazi (grazie al PNRR e a partenariati pubblico-privato) e delle nostre attrezzature (con un progetto di “light relamping”, finanziato da Regione Lombardia, finalizzato a favorire l’uso di tecnologia LED per i proiettori di sala), ma anche impegnandoci al riuso dei materiali dentro e fuori la scena; a livello produttivo, con gli spettacoli nati nell’ambito dei progetti europei STAGES – Sustainable Theatre Alliance for a Green Environmental Shift e UNLOCK THE CITY!, che contribuiscono a diffondere una cultura della sostenibilità (Benvenuti al Piccolo! Green tour dell’isola degli alberi di Michele Dell’Utri; Semidei di Pier Lorenzo Pisano), dell’inclusione e del dialogo con il territorio (Dance Me to the End of the World di Sotterraneo). 

E ancora, attraverso una serie di importanti collaborazioni e alleanze: la sinergia con Politecnico di Milano nelle progettualità internazionali (e non solo); l’adesione al Festival dello Sviluppo Sostenibile, organizzato da ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile; il rapporto con gli istituti scolastici e le biblioteche di Milano e della Lombardia, in cui si rinnova il nostro impegno – già espresso nella scorsa stagione anche attraverso l’adesione al progetto Affido Culturale, a cura di Associazione Mitades e Fondazione KPMG – nel contrastare la povertà educativa; la stretta collaborazione con Al. Di. Qua. Artists – prima associazione di e per le persone con disabilità nello spettacolo – e con Associazione Culturale Fedora che si sviluppa su più fronti: dalla formazione dello staff, ai progetti di audiodescrizione, dalla realizzazione di materiali e kit dedicati a persone con esigenze specifiche (come con Jérôme Bel di Marco D’Agostin, nella stagione 2023/24 e Semidei di Pier Lorenzo Pisano nella stagione 2024/25), alla traduzione in LIS (Lingua dei Segni italiana) di diversi appuntamenti.
 
Per facilitare la fruizione della nostra programmazione a un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo, con il contributo di Fondazione di Comunità Milano, con la stagione 2024/25 abbiamo lanciato il progetto Piccolo Aperto, un percorso strutturato che vuole favorire un cambiamento profondo e duraturo. Audiodescrizioni, touch tour, sovratitoli, traduzioni in LIS (Lingua dei Segni italiana), materiali semplificati e un sito web accessibile sono solo alcune delle tappe di un itinerario in continua evoluzione, per consolidare il nostro teatro come modello inclusivo.  
 

Un percorso in divenire, e in crescita, che conferma come “sostenibilità” non sia solo una parola, ma un dialogo costante tra ambiti, bisogni e ascolto.

 

 

I fili dell’orizzonte | Stagione 2024/25

I fili dell’orizzonte | Stagione 2024/25

 

Solo Dio conosce tutte le combinazioni dell’esistenza, ma solo a noi spetta di scegliere la nostra combinazione fra tutte quelle possibili. 
Antonio Tabucchi, Il filo dell’orizzonte 

Il mio unico pensiero è una complicata semplicità [...] una cosa semplice deve esser semplice attraverso la complicazione. 
Gertrude Stein, Un’intervista transatlantica 

«Ogni verità è semplice» – Non è questa una doppia menzogna? 
Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli 

Rimandando al Calvino delle Lezioni americane e “travestendo” le sue profezie sulle sorti dell’esperienza letteraria in un vaticinio sui destini dell’arte scenica, ritengo per esempio che un’ipotesi […] di rinnovamento del linguaggio teatrale […] sia quella di raccogliere finalmente anche sulla scena la sfida che le scienze contemporanee con i loro prodigiosi sviluppi hanno lanciato alle arti del nostro secolo […] in relazione alle strategie da mettere in atto per arrivare alla […] rappresentazione della complessità del reale. 
Luca Ronconi, Il mio teatro
 

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Genova, anni Ottanta, estate di San Martino. 
In una città stanca, pigramente affacciata sul mare e rosa da una lebbra lenta che ha invaso muri e case, in margine a un efferato fatto di sangue consumatosi in un vecchio stabile di via Casedipinte – doppio omicidio a colpi di pistola – si dipana (e si annoda) l’inchiesta di Spino, medico legale dell’Ospedale Vecchio. Scandita implacabilmente dai rintocchi del campanile di San Donato, in un vortice di concause che allarga il fuoco della ricerca dal dominio della cronaca nera a quello dell’interrogazione ontologica, l’odissea di Spino per caruggi e terrazze, pievi e botteghe, dal molo vecchio a Staglieno, in cerca della fantomatica identità di Carlo/Carlito Noboldi-Nobodi-Nessuno, si sfarina in un pulviscolo di incontri, in una nebbia di piccole scoperte che, mano a mano, sciolgono il punto di approdo della verità in una teoria di punti, sempre più remoti sempre più sfuggenti, una linea segreta che s’incurva e che ci abbraccia lontana, laggiù, oltre il mare buio della notte: il filo dell’orizzonte. 
 

Sulla scorta di modelli celeberrimi, dal Pasticciaccio al Nome della rosa, con la folgorante parabola del suo Filo dell’orizzonte, Tabucchi, ribaltando il racconto poliziesco in tractatus scientifico-filosofico-teologico, ci consegna, in vertiginosa miniatura, un manifesto raffinato del compito dell’artista: per dirla con Calvino, «da quando la scienza diffida delle spiegazioni generali e delle soluzioni che non siano settoriali e specialistiche», quello di «saper tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo».


Poco più di quarant’anni ci separano dalle pagine di Tabucchi e a fronte del continuo e vertiginoso dilatarsi dello spazio e del tempo che abitiamo, del proliferare delle possibilità che si squadernano ai nostri occhi, dell’imbrogliarsi di ragioni e sragioni che governano le nostre azioni, forse la stessa metafora del filo dell’orizzonte non è più sufficiente a raccontare la complessità del nostro presente, forse è necessario moltiplicarla e intrecciarla in una trama di fili, in uno gnommero di orizzonti. 
 

I fili dell’orizzonte, dunque. Questa, evidentemente, la nuova frontiera – meglio: una delle nuove possibili frontiere delle arti contemporanee – e segnatamente del teatro.


A ben vedere, da secoli la scena si interroga sui modi e sulle forme attraverso cui intercettare e restituire in teatro la molteplicità camaleontica e proteiforme del reale. Sulle strategie da mettere in campo per aprire l’angusto spazio scenico e per dilatare il concentrato tempo della rappresentazione fino a “capire” etimologicamente il tumultuoso debordare della modernità (e dei suoi tanti dopo). 

Dal sistema delle trame multiple di Shakespeare teso a scassinare l’asfittica “prigione” delle unità pseudo-aristoteliche, giù giù fino alle ricerche epico-scientifiche di Brecht, di chiara ascendenza illuminista, senza però disdegnare le eccentriche rotte di Brook, con la sua “magica” capacità di sintesi suprema, aliena da ogni semplificazione. Ma oggi – in un mondo che, scavallato il crinale del reale, ha ormai definitivamente invaso il virtuale, che ha fatto del villaggio globale non più un’arguta metafora epistemica, ma una concreta e spaesante esperienza quotidiana, in cui l’“altrove” e l’“allora” o il “poi” s’intrecciano indissolubilmente al “qui” ed “ora”, in cui il fake sembra essere diventata l’altra faccia della verità e il reale è impastato di racconti, al punto che lo specchio del teatro rischia di spezzarsi nell’urto con la complessità del presente – la necessità di affrontare la molteplicità, se non esaurendola, quanto meno catalogandola, progettandola, sondandola, si è fatta vieppiù urgente. 
 

E così, continuando l’indagine del Piccolo Teatro intorno alle nuove possibilità del linguaggio scenico in dialogo con gli interessi del pubblico e le esigenze degli artisti, la stagione 2024/25 del Teatro d’Europa tenta di fornire una labirintica galleria dei multiformi orizzonti del nostro tempo, colti da diverse prospettive.


La proiezione del privato nel campo lungo della storia o l’apertura dell’autobiografia e del “ritratto di famiglia in un interno” a rispecchiare il mondo. L’adozione della città a palcoscenico del teatro o il ribaltamento dell’Antropocene in un’esplorazione della natura anche oltre l’umano. Il ritorno al classico, alla fiaba, al mito e ai grandi poemi dell’infanzia del mondo come maschere della contemporaneità e delle sue mille contraddizioni. La ricapitolazione della memoria e dei suoi molti anfratti come prontuario per la costruzione di scorci arditi sul futuro o il ricorso alla tassonomia “in quadriglia” per riferire delle spietate strategie di cancellazione degli ultimi. 

E ancora: la rifrazione dell’oggidì nella babele dei linguaggi o nella gran fabbrica della retorica, con la sua forza di persuasione; il certosino ricamo delle mappe romanzesche del presente; la divertita reinvenzione della teoria delle catastrofi in bilico tra antropologia e fantascienza fino all’inventario didattico dei diversi modi della violenza al solo fine di bandirla, un giorno, dal mondo. Fondamentali, nell’attraversare la ricca messe di proposte affidata alla plancia/cartellone, le regole di ingaggio per gli spettatori. Giocare allegramente con i dadi, senza tema di smarrire la rotta (chi arriva al 62, o vuoi al 65, prosegue al 73; e chi arriva al 24 tira i dadi un’altra volta; ma chi arriva al 44, se è accorto, si ferma per due giri: perché la sosta è importante). 
 

Non limitarsi a un approccio o a una visione, ma inseguire quante fiate correndo come matti la ragnatela dei nessi, il contrappunto delle voci, la geometria delle corrispondenze. Trascorrere liberamente di spettacolo in spettacolo, senza rinchiudersi in uno steccato, per decifrare relazioni, per scoprire costellazioni, per interrogare i rebus – insomma: per escogitare immagini e chimere unendo i punti alla maniera dei bambini…

Claudio Longhi

 

P.S.
[…] Spino è un nome di mia invenzione, ed è un nome a cui sono affezionato. Qualcuno potrà osservare che è abbreviazione di Spinoza, filosofo che non nego di amare; ma certo significa anche altre cose. Spinoza, sia detto per inciso, era sefardita, e come molti della sua gente il filo dell’orizzonte se lo portava dentro gli occhi. Il filo dell’orizzonte, di fatto, è un luogo geometrico, perché si sposta mentre noi ci spostiamo. Vorrei molto che per sortilegio il mio personaggio lo avesse raggiunto, perché anche lui lo aveva negli occhi. (A.T.)

 

Il teatro tiene banco

Elaborazione immagine © Riccardo Frati

Il teatro tiene banco

L’essere umano, il mondo e la violenza

Per la terza stagione consecutiva torna, con un cartellone di nuove produzioni, il progetto Il teatro tiene banco, realizzato con il prezioso sostegno di Fondazione Banca del Monte di Lombardia: un palinsesto di spettacoli e di attività dedicate alle diverse fasce di pubblico in età scolare, in cui l’arte scenica si presta a essere utile strumento al servizio di studenti e insegnanti per arricchire i percorsi di formazione.


Il filo conduttore che attraversa le tre proposte di questa stagione – scritte e messe in scena da Davide Carnevali – riguarda il rapporto tra l’essere umano e l’esercizio della violenza: nei confronti del pianeta in cui vive, nei confronti degli altri esseri umani e nei confronti di se stesso. 
 

Queste tematiche, restituite all’interno di un dispositivo che si configura come ludico e didattico allo stesso tempo, sono sempre declinate attraverso la riscrittura di classici della letteratura italiana che alunne e alunni incontrano nel loro percorso scolastico: nella fattispecie, in questa stagione, Leopardi, Manzoni e Goldoni

La Scatola Magica del Teatro Strehler è per le classi delle scuole elementari il punto di partenza per un Viaggio fantastico nel sottosuolo (19-24 novembre 2024; 3-6 dicembre 2024): partiamo dal Dialogo di un folletto e di uno gnomo, una delle più celebri Operette morali di Giacomo Leopardi, per parlare di ecologia, sostenibilità e de-antropizzazione. Impariamo che il suolo non è semplicemente la superficie su cui poggiamo i piedi, ma un habitat vivo. Sensibilizzandoci a uno sguardo ecologico sul mondo intorno a noi, prendiamo coscienza della nostra responsabilità nei confronti del pianeta. I contenuti dello spettacolo traggono ispirazione da una ricerca triennale maturata in una serie di workshop multidisciplinari, realizzati in collaborazione con il Politecnico di Milano e organizzati all’interno del progetto europeo STAGES – Sustainable Theatre Alliance for a Green Environmental Shift.

In Quel ladro del Lago di Como (Teatro Studio Melato, 10-23 febbraio 2025), personale rilettura di alcuni celebri passi dei Promessi sposi manzoniani, scandagliamo le figure dei Bravi, di Don Rodrigo, dell’Innominato e mettiamo a tema la questione della legalità e del sopruso del forte sul debole.

Anche quest’anno il teatro entra nelle aule degli istituti superiori con Le smanie per la diplomatura (25 febbraio- 10 maggio 2025), molto liberamente tratto dalla celebre commedia di Goldoni, che mette alla berlina i vizi di una borghesia impegnata ad apparire in pubblico meglio di quanto non si mostri in privato: ci interessa qui la costante preoccupazione dei personaggi verso un futuro i cui esiti sembrano essere determinati unicamente da criteri economici. Gli interrogativi e le inquietudini dei personaggi goldoniani sembrano riflettere quelli dei nostri ragazzi e ragazze: cosa farò tra qualche mese? Cosa voglio fare, nella vita? E soprattutto: chi voglio essere? 

Vengono inoltre riprese tre produzioni che hanno debuttato nelle due passate stagioni, ovvero La favolosa battaglia dei topi e delle rane (Teatro Strehler – Scatola Magica, 15-27 ottobre 2024), altro spettacolo di ispirazione leopardiana, riservato ai piccoli delle scuole elementari e due proposte per ragazzi e ragazze delle superiori, Antigone in cattedra, da Sofocle e Brecht (14-29 gennaio 2025) e Sei personaggi in cerca di followers, che richiama il capolavoro di Pirandello (30 gennaio-7 febbraio 2025). 

Tutti gli spettacoli vedono la partecipazione di quattro attrici e attori che cercano con il pubblico una complicità fondamentale per avvicinare bambine, bambini, adolescenti e giovani adulte e adulti al teatro.

Nuovi appuntamenti anche per Benvenuti al Piccolo! Nel paese di Teatro (Teatro Strehler, 14 gennaio-21 marzo 2025), visita guidata ai nostri spazi, ideata e diretta da Michele Dell’Utri per accompagnare bambine e bambini della scuola primaria, con la collaborazione di due giovani attori, alla scoperta del dietro le quinte della macchina teatrale. 

Torna – in veste ancora più greenLa magica scatola di Arlecchino, a cura di Andrea Zaru (Teatro Strehler – Scatola Magica, 24 marzo-12 aprile 2025): un laboratorio di sartoria teatrale sostenibile dedicato alla scuola primaria. Guidati da Roberta Mangano e dalle sarte del Piccolo, bambine e bambini imparano a conoscere i caratteri più celebri della Commedia dell’Arte e dell’Arlecchino strehleriano, realizzando un nuovo costume con materiali di riciclo.   

Nella stagione 2024/25 prende inoltre il via un nuovo progetto, sempre a cura di Michele Dell’Utri, Benvenuti al Piccolo! Green tour dell’isola degli alberi (Teatro Strehler, 29 ottobre-22 dicembre 2024). Destinato alla scuola secondaria di I grado, è un attraversamento sostenibile di luoghi teatrali e testi che hanno posto l’accento sui temi ecologici e sul dialogo con l’ambiente, conditi da storie e curiosità della vita presente e passata del Piccolo e dei suoi abitanti reali e immaginari.

 

Con il sostegno di 
 
 
Lo spettacolo Benvenuti al Piccolo! Green tour dell’isola degli alberi fa parte del progetto europeo

Logo STAGES

Logo EU

 

Abbonamento Sostenitore

Abbonamento Sostenitore


Per te che scegli di sostenere il Teatro, avrai un servizio di assistenza dedicato, tour privati del backstage e dei luoghi segreti del Piccolo e totale libertà nella gestione dei biglietti.


Per avere maggiori informazioni e acquistare il tuo abbonamento, puoi contattarci chiamando lo 02 72333265 o scrivendo a raccoltafondi@piccoloteatromilano.it. 

 

Abbonamento Sostenitore | 25 ingressi

A partire da € 3.000*

*€ 500 abbonamento + erogazione liberale a partire da € 2.500 
Il 65% della donazione è detraibile attraverso l'Art Bonus.
 

L'Abbonamento Sostenitore non include gli spettacoli di MITO SettembreMusica; Festival IMMERSIONI; Festival MiX; La Fil – Filarmonica di Milano; NEXT | I cuori battono nelle uova; NEXT | L’eterno marito; l’evento finale di UNLOCK THE CITY!; Milano Film Fest; Milano per Gaber; Milano Flamenco Festival e gli spettacoli de Il teatro tiene banco.

 

Oltre la scena – Riflessi di stagione

Oltre la scena – Riflessi di stagione


Sotto il nome di Oltre la scena – Riflessi di stagione sono raccolte tutte quelle attività che abbiamo immaginato in stretto dialogo con la programmazione ordinaria, a comporre una “biodiversità” di eventi e iniziative che integra e amplifica l’ecosistema degli spettacoli.
 

Nella stagione 2024/25 I fili dell’orizzonte, al centro della riflessione è proprio il tema della “molteplicità”, intesa sia come complessità del reale sia come pluralità di sguardi sul mondo.


Oltre la scena – Riflessi di stagione propone formati diversissimi che mirano a garantire una vitalità e una pluralità del ragionare teatrale anche fuori dalla scena: attività gratuite – se non diversamente specificato – aperte a tutta la cittadinanza, per fare del teatro un luogo del quotidiano, dove ritrovare, uno accanto all’altro, la complessità del nostro guardare.  

 

Chi è di scena?

Incontri pre-spettacolo poco prima dall’andata in scena: un momento informale di confronto tra pubblico e operatori del teatro sui temi dello spettacolo.

Nessun evento

Parole in pubblico

Incontri con artisti, esperti e studiosi ma anche lezioni e conferenze arricchite da letture sceniche. Appuntamenti in cui la parola fa da ponte fra palco e platea, cui si aggiunge quest’anno un ciclo di incontri dedicato alla “molteplicità” della scena. In Per filo e per segno, tre elementi rappresentativi di ogni spettacolo (una frase, un’immagine, un oggetto, un personaggio, ...) sono raccontati dai protagonisti della scena a scoprire i fili invisibili che li legano.  

Nessun evento

Segnalibro

Presentazioni di libri e appuntamenti dedicati al mondo dell’editoria (non solo teatrale); letture di romanzi ma anche di testi e drammaturgie che trovano al Piccolo e nelle librerie della città il loro palcoscenico ideale.

Nessun evento

Sguardi paralleli

Una rosa di film selezionati a comporre una piccola rassegna cinematografica – parallela e complementare alla nostra programmazione – per scoprire di cosa si nutre oggi l’immaginario condiviso tra scena e grande schermo.

Nessun evento

Teatro in platea

Giornate di apertura “straordinaria” del teatro in cui spettatori e semplici cittadini sono invitati a condividere pensieri e riflessioni sulle opere in scena e sperimentare, insieme alle attrici e agli attori delle compagnie, piccoli esercizi di pratica teatrale collettiva.

Nessun evento

Walk_Talk

Percorsi itineranti nei musei o in luoghi simbolo della città, dove far risuonare, attraverso le voci degli attori e la guida di esperti, i temi degli spettacoli.

Nessun evento


 

A ritmo d’artista | Orizzonti sonori

A ritmo d’artista | Orizzonti sonori


Alle artiste e agli artisti della stagione 2024/25 abbiamo chiesto quale canzone o brano musicale rimandasse loro un’idea di “molteplicità”. Ne è nata una playlist di stagione, un panorama di orizzonti sonori che puoi scoprire e ascoltare qui sotto.

 

 

 LA PLAYLIST | I FILI DELL'ORIZZONTE

 

LE SCELTE DEGLI ARTISTI 


Stefano Massini

artista associato, presente nella stagione 2024/25 con Mein Kampf e L’interpretazione dei sogni, ha scelto

Alessandro Serra

in scena nella stagione 2024/25 con Tragùdia. Il canto di Edipo, ha scelto

Gabriele Russo

regista di La grande magia, ha scelto

Leonardo Lidi

presente nella stagione 2024/25 con Il giardino dei ciliegi, ha scelto

Camille Decourtye / Baro D’evel

in scena con Falaise, hanno scelto

Roberto Andò

presente nella stagione 2024/25 con Sarabanda, ha scelto

Massimiliano Civica

regista di Capitolo Due, ha scelto

Federico Tiezzi

presente nella stagione 2024/25 con Fedra, ha scelto

Christoph Marthaler e Malte Ubenauf

in scena con Il vertice, hanno scelto

FC Bergman

presente nella stagione 2024/25 con Works and Days, ha scelto

Antonio Calenda

regista di Magazzino 18, ha scelto

Elvira Frosini e Daniele Timpano

in scena con Tanti Sordi. Polvere di Alberto, hanno scelto

Renato Sarti

presente nella stagione 2024/25 con Gorla fermata Gorla, ha scelto

Licia Lanera

presente nella stagione 2024/25 con Altri libertini, ha scelto

Carmelo Rifici

regista di Sogno di una notte di mezza estate, ha scelto

Pier Lorenzo Pisano

artista associato e regista di Semidei, ha scelto

Gaia Saitta

protagonista di Les jours de mon abandon / I giorni dell’abbandono, ha scelto

Fabiana Iacozzilli

in scena con Il grande vuoto, ha scelto

Antonio Latella

presente nella stagione 2024/25 con Zorro e Wonder Woman, ha scelto

Marco D’Agostin

artista associato e regista di Gli anni e Asteroide, ha scelto

Leonardo Petrillo

in scena con Ezra in gabbia o il caso Ezra Pound, ha scelto

Claudio Longhi e Lino Guanciale

presenti nella stagione 2024/25 con Ho paura torero, hanno scelto

Davide Enia

artista associato e regista di Autoritratto, ha scelto

Sandro Lombardi

presente nella stagione 2024/25 con Erodiàs + Mater strangosciàs, ha scelto

Valter Malosti

regista di Cleopatràs, ha scelto

Sotterraneo

artista associato e presente nella stagione 2024/25 con Dance Me to the End of the World (nell’ambito del progetto UNLOCK THE CITY!), ha scelto

Caroline Guiela Nguyen

artista associata e regista di LACRIMA, ha scelto

Marta Cuscunà

artista associata e in scena con Corvidae. Sguardi di specie, ha scelto

Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli

presente nella stagione 2024/25 con Lo schiaccianoci e Don Chisciotte, ha scelto

Liv Ferracchiati

artista associato e regista di La morte a Venezia e Stabat Mater, ha scelto

Riccardo Frati

regista di Il barone rampante, ha scelto

Stefano De Luca

presente nella stagione 2024/25 con Arlecchino servitore di due padroni, ha scelto

Lucia Calamaro

in scena con L’origine del mondo. Ritratto di un interno, ha scelto

lacasadargilla

artista associato e presente nella stagione 2024/25 con Anatomia di un suicidio e Uccellini, ha scelto

Mariangela D’Abbraccio

regista di Un perdente di successo, ha scelto

Francesco Tavassi

presente nella stagione 2024/25 con Un perdente di successo, ha scelto

Pippo Delbono

regista di Il risveglio, ha scelto

Piero Maccarinelli

presente nella stagione 2024/25 con Il caso Kaufmann, ha scelto

Luca De Fusco

regista di Anna Karenina, ha scelto

 

L’Albo d’Oro

L’Albo d’Oro


L’Albo d’Oro riunisce tutti coloro che, attraverso un’erogazione liberale, hanno scelto di sostenere l’attività del Piccolo condividendone i valori artistici, etici e sociali.


Istituzioni e imprese 
Fondazione Cariplo 
Eni
Intesa Sanpaolo 
Fondazione Monte di Lombardia 
Esselunga
Fondazione Berti 
Lavazza 
Edison
Pirelli & C. 
GS1 Italy 
Banca Patrimoni Sella 
The Valentina Cortese Family Trust 

Persone fisiche 
Federica Olivares
Carlo Belgir 
Renata Zoppas e Mario Aite 
Piergaetano Marchetti
Alberto Minali 
Flavio Feniello 
Gustavo Ghidini
Maria Angela Morini Rossini 
Luigi Marcante 
Dario Ferrari 
Giuseppe Arca 
Gaetano e Tiziana Arnò 
Laura Campironi 
Giovanni Battista Origoni della Croce 
Roberto Pillitteri



Immagine dallo spettacolo I pretendenti di Jean-Luc Lagarce, regia di Carmelo Rifici. Foto © Attilio Marasco

 

Una festa per il Piccolo

Una festa per il Piccolo

In occasione del nostro settantasettesimo compleanno, una giornata aperta a tutte e tutti alla scoperta dei luoghi teatrali e della Milano della cultura, per festeggiare insieme l'inaugurazione del 14 maggio 1947 e l'identità storica e internazionale del nostro teatro!

 

Benvenuti al Piccolo! Nel paese di Teatro
Teatro Strehler - Scatola Magica | ore 9.30, 11.15 e 14
Una visita spettacolo eccezionale del Teatro Strehler dedicata a bambine e bambini delle scuole primarie e alle loro famiglie. Un’esperienza di gioco e interazione teatrale volta alla scoperta dei luoghi, dei lavori, dei protagonisti e delle storie che hanno reso celebre il Piccolo. A cura di Michele Dell’Utri, con Monica Buzoianu e Alberto Pirazzini. Con il sostegno di Fondazione Banca del Monte di Lombardia.

Teatro Aperto
Teatro Grassi | ore 10.30 e 11.30
Visita guidata della sede storica del Piccolo, a cura dell’Ufficio promozione pubblico e attività culturali, sulle tracce dell’inaugurazione del 14 maggio 1947, quando andò in scena il primo spettacolo del Piccolo, L’albergo dei poveri di Gor’kij, per la regia di Giorgio Strehler. Dalle origini dello storico Palazzo del Broletto, alla nascita del primo teatro stabile pubblico italiano, il racconto del luogo conduce le spettatrici e gli spettatori alla scoperta degli spazi teatrali.

La cultura e la città
Itinerario tra le istituzioni simbolo della cultura milanese
Walk_Talk | ore 12
Il Walk_Talk La cultura e la città, itinerario tra le istituzioni simbolo della cultura milanese attraversa la città con un percorso che unisce le istituzioni pubbliche che hanno contrassegnato, con la loro azione, la rinascita di Milano nel dopoguerra e costituiscono a tutt’oggi una vera e propria “cittadella” della cultura. Una Milano che appare, nelle parole di Giorgio Strehler un “necessario punto d’incontro” di idee e progetti, a fondamento dell’identità europea e internazionale della città. 
Il percorso, che prende avvio dalla Triennale Milano, intreccia il racconto dei luoghi a letture a cura di allieve e allievi della Scuola del Piccolo e prosegue verso la Pinacoteca di Brera, il Teatro alla Scala, per approdare alla sede storica del Piccolo, in via Rovello. In collaborazione con Triennale Milano, Pinacoteca di Brera e Teatro alla Scala.

Due Maestri per il compleanno del Piccolo
Chiostro Nina Vinchi | ore 17.30
Le parole di Giorgio Strehler e Luca Ronconi illuminano il giorno del settantasettesimo anniversario della fondazione del Teatro di via Rovello. Emilia Tiburzi dà voce a Giorgio Strehler e alla sua fede europeista attraverso la lettura di passi scelti degli scritti del Maestro. Insieme a lei, Bianca Castanini, giovane allieva della Scuola del Piccolo, rende omaggio a Luca Ronconi e alla sua visione sulla formazione dell’attore.

Incontro con Dominique Blanc
Teatro Grassi | post spettacolo
Al termine dello spettacolo La Douleur, Dominique Blanc, protagonista della pièce ripresa della regia di Patrice Chéreau, dialoga con il nostro direttore Claudio Longhi in occasione della presentazione di Chantiers, je, volume che l’attrice francese ha pubblicato per ACTES SUD. 

 

Paesaggi condivisi: informazioni pratiche

Paesaggi condivisi: informazioni pratiche


Paesaggi condivisi ti invita a lasciare il teatro e trascorrere una giornata all’interno del Parco delle Groane: camminando ed esplorando campi e foreste, scoprirai sette proposte artistiche, sette variazioni sul tema paesaggio.


Ti preghiamo di leggere attentamente le seguenti informazioni prima di acquistare i biglietti.
 


COME PREPARARSI
Lo spettacolo si svolge con qualsiasi condizione atmosferica, potrebbe subire lievi variazioni e è annullato solo in caso di forti piogge o temporali
In caso di annullamento preventivo sei avvisato telefonicamente ed è possibile richiedere il rimborso del biglietto. Non è possibile richiedere il rimborso del biglietto a evento iniziato. 

Nel bosco possono essere presenti zecche, calabroni, api e vespe durante il periodo estivo. Nella zona c’è un’alta presenza di zanzare. È necessario munirsi dei relativi repellenti. 

Ti preghiamo di indossare scarpe e vestiti adatti a camminare in un’area boschiva e adeguati alle condizioni meteorologiche e alle proprie esigenze personali. L’organizzazione mette disposizione coperte per sedersi sull’erba, mantelle per la pioggia e sgabelli da campeggio. Ti consigliamo di portare con te uno zaino leggero e non pesante. 

COME ARRIVARE E ORARIO DI INIZIO
Il ritrovo è al bar della Stazione Garbagnate Parco delle Groane tra le 13 e le 13.30 per controllo biglietti e ritiro dell’attrezzatura necessaria. L’itinerario inizia alle 14 in punto. Trattandosi di un percorso a tappe obbligate, l’orario di partenza è improrogabile. Non è possibile attendere eventuali ritardatari. 

Visto l’approccio ecologico del progetto, ti invitiamo a utilizzare i mezzi pubblici o il car-sharing. Trasporto pubblico: linee Trenord S1 o S3, fermata Garbagnate Parco delle Groane
È presente un parcheggio presso il bar della stazione. 

Il punto di ritorno coincide con il punto di partenza/ritrovo. 

ACCESSIBILITÀ
Le persone con disabilità motorie o sensoriali possono scrivere a servizioalpubblico@piccoloteatromilano.it per valutare la fattibilità del percorso

SVOLGIMENTO DELLA GIORNATA
Le pièce durano tra i 30 e i 50 minuti l’una. Sono previste pause più o meno lunghe per andare in bagno, tra ogni pièce. 
Il nostro team è a disposizione durante tutta la giornata per fornire indicazioni e assistenza in caso di necessità. 
Le distanze tra le sette pièce sono relativamente brevi (il tempo complessivo di solo cammino è di un’ora e mezza/un’ora e 50 minuti). Si cammina in gruppo, attraverso campi, sentieri sterrati e, talvolta, si attraversano boschi. 
L’ultima pièce termina prima del tramonto, in modo da poter rientrare in sicurezza al punto di partenza. 

NORME E REGOLE DI SICUREZZA
Ogni gruppo è accompagnato da guide che indicano i sentieri da percorrere. Ti preghiamo di prestare attenzione ai possibili pericoli derivanti da punture di insetti e percorsi accidentati. È richiesta l’accettazione di assunzione di responsabilità contestuale all’acquisto del biglietto. 

È assolutamente vietato fumare in tutta l’area. Qualsiasi violazione comporta l’esclusione dall’evento. 

MANGIARE E BERE
È presente un bar presso il punto di partenza. Non ci sono supermercati e ristoranti nelle immediate vicinanze. 
Ti consigliamo di portare con te una bottiglia/borraccia d’acqua, che può essere ricaricata presso la stazione di rifornimento. Cestini-merenda preparati da L’Orablù Bar possono essere prenotati al momento dell’acquisto del biglietto online, o entro il venerdì precedente l’evento, e saranno consegnati durante la pausa. 

Ogni cestino costa € 8,50
Versione vegetariana: bocconcino ai cereali (panetteria La Casa del Pane) con formaggio e pomodoro, hummus con verdurine fresche di stagione, un mini muffin artigianale, un succo di frutta 
Versione non vegetariana: bocconcino ai cereali (panetteria La Casa del Pane) con prosciutto e formaggio, hummus con verdurine fresche di stagione, un mini muffin artigianale, un succo di frutta. 

In alternativa, puoi portare con te cibo e snack da consumare durante il percorso e durante le pause. Intorno alle ore 18 è prevista una pausa di circa mezz’ora. 

INFRASTRUTTURE SUL POSTO
I servizi igienici sono disponibili presso il punto di partenza. Durante la pausa più lunga è possibile usufruire di bagni chimici

Ti ringraziamo fin da subito per la cura che avrai del bosco e dei suoi abitanti: porta con te i tuoi rifiuti, non ci sono cestini. 

PARTECIPAZIONE BAMBINI
Sebbene le pièce non siano state concepite specificamente per bambine e bambini, in nessuna di esse sono presenti scene violente o un linguaggio inappropriato. I bambini accompagnati e accuditi dagli adulti di riferimento sono i benvenuti.

INGRESSO CON ANIMALI
Non è consentito l’ingresso con animali.

 

 

 

Paesaggi condivisi: artisti e progetti

Paesaggi condivisi: artisti e progetti

 

Paesaggi condivisi è un viaggio teatrale tra campi e foreste alla scoperta di sette proposte artistiche. Interventi performativi e coreografici, creazioni sonore e multimediali, affondi filosofici offrono un’esperienza collettiva e partecipata per interrogarci sul rapporto con paesaggio e natura.
 

Per due weekend consecutivi (8-9 giugno; 15-16 giugno 2024), Paesaggi condivisi invita a lasciare il teatro e trascorrere una giornata all’interno del Parco delle Groane: camminando ed esplorando campi e foreste, gli spettatori scoprono sette proposte artistiche, sette variazioni sul tema paesaggio.


GLI ARTISTI E I LORO PROGETTI


Chiara Bersani e Marco D’Agostin

Coreografi e danzatori italiani, una con disabilità e l'altro no, esplorano insieme la nozione di “corpo politico” da più di dieci anni. Per Paesaggi condivisi offrono al pubblico un picnic inconsueto, nel quale il paesaggio è tanto condiviso quanto inaccessibile.
 

El Conde de Torrefiel

Il collettivo spagnolo composto da Tanya Beyeler e Pablo Gisbert mette solitamente in scena spettacoli in cui dialogano testi e “tableaux vivants”, ponendo la lettura al centro del dispositivo. Per Paesaggi condivisi il duo propone ai partecipanti un paesaggio “sottotitolato”: su uno schermo led immerso nell’ambiente naturale scorre un testo che gli spettatori sono invitati a leggere collettivamente – insieme al paesaggio circostante – per analizzare, decostruire e reinterpretare le nostre rappresentazioni della natura.
 

Sofia Dias e Vítor Roriz

Dal 2006 il duo di artisti e coreografi portoghesi ha sviluppato un linguaggio coreografico che combina movimento, linguaggio e suono. Per Paesaggi condivisi il duo ha creato una composizione sonora che guida e coordina due gruppi di spettatori attraverso la foresta, in una specie di pas de deux che mette in discussione i legami tra uomo e natura. Testi, canzoni e paesaggi sonori danno forma a una nuova geometria dello spazio da condividere con gli altri partecipanti. Nella versione italiana il duo portoghese collabora con Antonio Tagliarini.

Antonio Tagliarini

Antonio Tagliarini è autore, regista e performer. I primi amori, e di conseguenza la sua formazione, sono la danza contemporanea e la performing art, che segnano profondamente il suo rapporto con l’arte scenica. Inizia poi a studiare e approfondire l’arte più strettamente teatrale. È autore e interprete di molti spettacoli e performance che presenta in festival italiani e internazionali.

Begüm Erciyas e Daniel Kötter

Begüm Erciyas, artista turco-belga, e Daniel Kötter, regista tedesco, creano mondi intimi, ibridi e sfaccettati con l’aiuto di diversi media e tecnologie. In Paesaggi condivisi propongono ai partecipanti di indossare visori VR per immergersi in un paesaggio svuotato di ogni presenza umana e lasciato alla mercé dello sfruttamento economico. Gli spettatori diventano invisibili gli uni agli altri e vivono un’esperienza intima e collettiva al contempo.

Stefan Kaegi (Rimini Protokoll)

Regista svizzero del collettivo tedesco Rimini Protokoll, Stefan Kaegi crea solitamente progetti inusuali per lo spazio urbano. In Paesaggi condivisi invita i partecipanti a sdraiarsi sotto gli alberi, con il viso rivolto verso le chiome: una conversazione registrata da ascoltare in cuffia li guida in un’esperienza sonora immersiva che inverte le prospettive. Nella versione italiana Stefan Kaegi collabora con Riccardo Tabilio.

Riccardo Tabilio

Riccardo Tabilio è autore teatrale, regista e sound designer e lavora con realtà affermate del teatro partecipato e documentario in Italia e all’estero. È autore di molti spettacoli performativi di Kepler-452 (Lapsus Urbano; Consegne; Gli Altri; Album), ha scritto per registi come Silvio Peroni (QAnon Revolution) e per Rimini Protokoll e ZONA K nel progetto Fase Nove. Collabora tra gli altri con 4704, Karakorum Teatro, Teatro della Cooperativa. Nel 2021 il suo Leviatano è stato vincitore del premio NDN di Idra.

Ari Benjamin Meyers

Compositore e artista americano che vive a Berlino, nel suo lavoro esplora la natura performativa e socio-politica della musica insieme a musicisti di ogni estrazione e provenienza. Per Paesaggi condivisi ha accolto la sfida di comporre per il territorio. Le sue composizioni musicali, interpretate da artisti locali, accompagnano l’intero cammino disegnando vibranti cartografie sonore dello spazio.

Émilie Rousset 

Regista francese, indaga e raccoglie archivi e materiale documentario che elabora nelle sue opere teatrali, nelle sue installazioni e nei suoi film. Per Paesaggi condivisi, insieme a Magali Tosato, Émilie Rousset ha raccolto le parole di esperti – un avvocato ambientalista, un agricoltore, un tecnico bio-acustico  – che sono portate al pubblico da alcuni performer e una macchina agricola, invitandolo a esplorare i legami fra scienza, tecnologia, economia e paesaggio.
 

 

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